L’abitudine a un confronto relazionale, nonché a una comunicazione finanziaria trasparente sono alcuni degli elementi che, oltre a cambiare l’organizzazione e la struttura aziendale, obbligheranno le PMI a cercare figure professionali esterne come, per esempio, quella del Dottore Commercialista e del consulente finanziario.
I mutamenti dello scenario nel quale l’impresa è chiamata a muoversi, la riforma dell’imposizione sul reddito, i nuovi principi contabili, le nuove regole per gli assetti amministrativi incidono in modo significativo sulla gestione finanziaria dell’impresa stessa.
Su di essi è necessaria una meditata attenzione da parte del professionista, al fine di meglio indirizzare l’azienda alla ricerca di uno sviluppo durevole.
Il rapporto di trasparenza che dovrà istaurarsi tra
professionista,
impresa e
banca comporta che quest’ultima sia tenuta per ogni cliente ad aprire un’istruttoria, che avrà come obiettivo quello di raccogliere i dati (forniti dal Professionista) che poi verranno utilizzati dalla stessa per prendere delle decisioni in merito alla concessione del credito.
Nell’istruttoria saranno tenuti in considerazione i dati che riassumono il comportamento tenuto dal cliente con il singolo istituto di credito e con il sistema creditizio in generale.
Le banche rafforzeranno la diffusione di una maggiore trasparenza nei rapporti banca-impresa. Lo sviluppo della comunicazione tra i tre soggetti sopracitati diviene fondamentale per garantire al sistema economico del nostro Paese, una solidità economica e finanziaria.
Si avrà, perciò, un duplice beneficio:
- da un lato, la banca venendo in possesso di tutte le informazioni necessarie fornite dal professionista, potrà valutare e consigliare il cliente;
- dall’altro, l’impresa troverà così nella banca un nuovo partner di sviluppo a cui oramai non potrà più rinunciare.
Il professionista, perciò, dovrà valutare l’azienda come la valuterebbe la banca, perché essere consapevoli dei punti di forza e di debolezza può fare la differenza.
Il professionista, consulente dell’impresa, qualora non fornisse sufficienti informazioni o non ne curasse l’aggiornamento, incorrerebbe in valutazioni penalizzati, in quanto, l’istruttoria da parte della banca deve consentire una visione del cliente quanto più completa possibile.
Sarà necessaria un’approfondita analisi dell’azienda a partire dalla documentazione contabile interna e da una nutrita serie di informazioni aggiuntive riguardanti i rapporti con il sistema creditizio, il settore operativo, la compagine sociale, ecc.
Con questo approccio trasparente, il professionista per conto dell’impresa dovrà produrre alla banca non più meramente i documenti previsti per legge, quali lo statuto, il bilancio, l’atto costitutivo, ecc., ma anche documenti quali:
- il piano industriale;
- il piano degli investimenti;
- i bilanci e i rendiconti finanziari prospettici;
- i budget operativi per settore;
- piani finanziari descrittivi delle modalità di finanziamento di specifiche iniziative;
- business plan di area o relativi a specifiche nuove attività, come l’apertura di una nuova filiale, l’inserimento di nuovi prodotti o l’inserimento in un nuovo mercato;
- l’analisi della concorrenza;
- le procedure organizzative;
- tutti i documenti che in qualche modo possano mettere in luce i punti di forza dell’azienda richiedente.
La collaborazione con il professionista d’impresa è in questa fase davvero fondamentale, infatti, un atteggiamento reticente in tutto o in parte come risposta alla richiesta di informazioni da parte della banca porrà in difficoltà la struttura che effettua l’istruttoria e che dovrà giustificare gli elementi sulla base dei quali ha espresso il giudizio.
La redazione e la divulgazione del business plan aziendale rappresentano, senza dubbio, una sfida per le piccole e medie imprese in quanto la sua stesura da parte del professionista richiede la divulgazione di una nuova mentalità gestionale basata sulla programmazione delle azioni gestionali.