È stato approvato l’emendamento valido per il Decreto Milleproroghe secondo cui “in ogni fase del procedimento, l’autorità giudiziaria adotta le misure necessarie ad assicurare che l’invio della segnalazione e delle informazioni trasmesse alla FIU, il contenuto delle medesime e l’identità dei segnalanti siano mantenute riservate”.
Il legislatore si impegna dunque a garantire l’anonimato per quei professionisti che nell’esercizio delle loro funzioni si trovino nelle condizioni di effettuare una segnalazione per operazioni sospette.
“In ogni caso – si legge nell’emendamento approvato alla Camera – i dati identificativi dei segnalanti non possono essere inseriti nel fascicolo del Pubblico Ministero né in quello del dibattimento, né possono essere in altro modo rivelati, salvo che ciò risulti indispensabile ai fini dell’accertamento dei rati per i quali si procede”.
Con delle eccezioni che prevedono la Disclosure attraverso l’emissione di un decreto motivato da parte dell’Autorità Giudiziaria, purché lo faccia adottando le cautele necessarie ad assicurare la tutela del segnalante e, dove possibile, garantendo “la riservatezza della segnalazione e delle informazioni trasmesse alla FIU”.
Fatto salvo questa eccezione è prevista una sanzione nella forma della reclusione di due ai sei anni per chiunque riveli indebitamente l’identità del segnalante.
Una pena che viene anche applicata per coloro che rivelano altrettanto indebitamente notizie riguardanti “l’invio della segnalazione e delle informazioni trasmesse alla FIU o il contenuto delle medesime, se le notizie rivelate sono idonee a consentire l’identificazione del segnalante
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