Alla fine, la mano pesante dell’Antitrust europea è arrivata: Volkswagen e BMW, accusate di aver fatto cartello accordandosi per evitare di competere nella riduzione degli ossidi di azoto, sono state multate per un totale di 875 milioni di euro. Nel dettaglio Volkswagen, compresi i marchi Audi e Porsche, ha ricevuto una sanzione pari a 502 milioni di euro e BMW per altri 373 milioni: Daimler, avendo rivelato l’esistenza del cartello, è stata graziata.
“Le cinque case automobilistiche Daimler, BMW, Volkswagen, Audi e Porsche erano in possesso della tecnologia per ridurre le emissioni nocive, al di là di ciò che era legalmente richiesto dalle norme europee sulle emissioni. Ma hanno evitato di competere sull’utilizzo del pieno potenziale di questa tecnologia - ha commentato il massimo funzionario antitrust della Commissione UE, Margrethe Vestager - nel mondo attuale, inquinare meno debv’essere caratteristica fondamentale per ogni auto circolante. E il cartello mirava a limitare la concorrenza su questo parametro chiave”.
Le accuse riguardano un accordo sottobanco che il “circolo dei cinque” avrebbe rispettato tra il 2009 e il 2014, quando le case automobilistiche organizzavano con regolarità “riunioni tecniche” per discutere lo sviluppo della tecnologia che elimina le emissioni nocive di ossido di azoto dalle autovetture diesel.
Volkswagen ha dichiarato che sta valutando l’intenzione di appellarsi alla sentenza: “La Commissione sta creando un precedente inedito e pericoloso, poiché per la prima volta che una cooperazione tecnica viene considerata una violazione antitrust. Inoltre, sta imponendo sanzioni malgrado i clienti non siano mai stati danneggiati direttamente”. Secondo la più grande casa automobilistica europea le linee guida della Commissione sugli accordi di cooperazione tecnica tra i marchi “non rendono giustizia alle complesse sfide dell’industria automobilistica e vanno aggiornate con urgenza”.
In una dichiarazione ufficiale, BMW ha ricordato che la Commissione ha “lasciato cadere la maggior parte delle accuse di violazione delle norme antitrust e scagionato la nostra casa automobilistica dal sospetto di aver usato ‘dispositivi’ per falsificare i test sulle emissioni. Questo sottolinea che non c’è mai stata alcuna accusa di manipolazione illegale dei sistemi di controllo delle emissioni da parte del BMW Group”.
Il mese scorso, l’ex amministratore delegato della Volkswagen, Martin Winterkorn, ha accettato di pagare alla società quasi 11,2 milioni di euro dopo che un’indagine ha appurato che il manager “ha violato i suoi doveri di diligenza” non riuscendo a cogliere per tempo i segnali di un comportamento anomalo di una parte dell’azienda.
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