17 gennaio 2025

Monopattini elettrici in crisi con le nuove norme

All’indomani dell’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, il noleggio e la vendita dei mezzi preferiti dallo sharing fanno registrare pesanti cali che mettono a rischio il settore. A calare è anche il consumo di alcolici

Autore: Germano Longo
Lo scorso 14 dicembre 2024 sono entrate in vigore le nuove regole del Codice della Strada, che, fra molte altre norme e variazioni, contengono una stretta decisa sull’uso dei monopattini, compresi quelli a noleggio. Un giro di vite che prevede la possibilità di utilizzarli solo all’interno dei centri urbani, su strade con limite di velocità inferiore a 50 km/h, e soprattutto con il divieto di accedere ad aree pedonali e piste ciclabili. Sono diventati obbligatori per tutti il casco, indipendentemente dall’età, un contrassegno identificativo e la targa, che deve essere fissa, plastificata e stampata dall’Istituto Poligrafico dello Stato. Ultimo obbligo: stipulare una polizza di responsabilità civile (RC). Le multe vanno da 100 a 400 euro per chi circola senza contrassegno identificativo e altrettanto per la mancanza di assicurazione.

Una serie di regole che, invece di dare finalmente una fisionomia accettabile al traffico delle grandi città, sembra abbia scoraggiato gli utilizzatori abituali di monopattini elettrici, mettendo a rischio il tracollo di un settore che viaggiava a gonfie vele.
Nell’ultimo mese, racconta un report dell’Alleanza per la Mobilità Sostenibile, che riunisce gli operatori di Assosharing (produttori, distributori e rivenditori), i noleggi di monopattini sono crollati del 30%, mentre il calo delle vendite si stima possa essere ancora più pesante, compreso in una forbice che oscilla fra il 30% e il 50%.

È ormai chiaro a tutti che le nuove norme, per quanto necessarie a mettere un po’ d’ordine nella giungla cittadina fatta di nessuna regola e abbandono selvaggio dei mezzi, al momento hanno come unico effetto una mutazione genetica del settore della mobilità in sharing italiana, in cui il 50% era rappresentato proprio dai monopattini, grazie ai costi contenuti del noleggio.

“Se teniamo conto che il settore dei monopattini in sharing sta crescendo in maniera rilevante, e considerate le positive stime di crescita previste dagli analisti per il periodo 2025-2030, l’impatto della nuova regolamentazione porterebbe a una riduzione del fatturato del settore di quasi 300 milioni di euro, con impatti negativi anche per le casse erariali, dato che il gettito IVA mancante potrebbe essere nell’ordine dei 62 milioni di euro fino al 2030”.

Un ridimensionamento che inevitabilmente coinvolge l’occupazione, perché è chiaro che il drastico e improvviso calo dei noleggi dei monopattini in sharing potrebbe portare alla perdita diretta di 1.200 posti di lavoro in Italia, oltre alla mancata creazione di ulteriori 3.000 nei prossimi cinque anni.

Conseguenze che le aziende del settore avevano preventivato già dallo scorso novembre, bollando soprattutto l’obbligo del casco come “una norma che non è calata nella realtà, frutto di sensazionalismo”, mentre l’obbligo dell’assicurazione è stato considerato un di più non necessario: “Noi paghiamo già un’assicurazione di responsabilità civile verso terzi – ricorda Giorgio Cappiello, partnership manager Italia di Bird, servizio attivo nelle principali città italiane – la richiesta di quest’altra polizza va contro una sentenza della Corte di giustizia europea dello scorso ottobre: i velocipedi sotto i 20 km/h non sono obbligati a pagarla. E noi non lo faremo”.

Eppure, l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada ha portato a un aumento della vendita di etilometri portatili, utili per valutare il proprio stato psicofisico prima di mettersi alla guida, e a scongiurare le pesanti sanzioni scattate lo scorso dicembre, seguito da un calo drastico dei consumi alcolici, come segnalano alcune categorie di ristoratori.

Il futuro dei monopattini, a questo punto, dipende tutto dalla capacità di trovare quell’equilibrio che finora mancava, rendendo il noleggio un vero esempio di anarchia assoluta, ma senza dimenticare il potenziale di mezzi utili per contrastare le emissioni nocive che abbondano nelle grandi città. I veicoli in sharing rappresentano una soluzione intelligente e all’avanguardia, che basterebbe utilizzare in modo coscienzioso, esattamente quello che nessuna legge potrà mai imporre.
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