Polizze catastrofali: i tributaristi Lapet chiedono chiarezza, a partire dalla proroga della scadenza. La norma, disposta dalla legge di bilancio 2024, pone l’obbligo in capo alle imprese operanti in Italia di attivare specifiche polizze assicurative a copertura dei danni ai beni aziendali ed immobili direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale. La scadenza (a meno di una proroga dell’ultimo minuto) è stata fissata dal decreto milleproroghe al 31 marzo 2025. Una misura che lascia fortemente perplessi i tributaristi per svariati motivi. Occorre ricordare che l’associazione aveva già lanciato l’allarme in occasione dell’audizione al Senato lo scorso 16 gennaio, nell’ambito dei lavori del decreto milleproroghe, quando riferì che il termine di scadenza al 31 marzo 2025 sarebbe stato un termine eccessivamente breve.
“Oggi, se da un lato ci fa piacere constatare che, nell’ambito del decreto bollette, sia stato presentato un emendamento che proroga la scadenza dell’adempimento al 31 ottobre, dall’altro non comprendiamo la scelta di tale data piuttosto che quella, così come da noi suggerita, all’1 gennaio 2026. D’altronde parliamo di due mesi in più (rispetto al 31 ottobre) ragionevolmente utili a chiarire tante altre questioni ancora nebulose” ha commentato il presidente nazionale Lapet Roberto Falcone. Infatti, nonostante dal 14 marzo 2025 siano entrate in vigore le modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione dei rischi catastrofali disposte con decreto ministeriale del 30 gennaio 2025, n. 18, molti sono ancora i punti da chiarire. In modo particolare, Falcone accende i riflettori sull’imputazione degli obblighi di polizza per gli immobili in affitto in capo al locatario: “Perché il costo della polizza dovrebbe sostenerlo il locatario?
Qualora il bene venga colpito da calamità e catastrofi naturali come alluvioni, frane e terremoti, ecc, non è forse maggiore l’interesse sull’immobile da parte di chi ne detiene la proprietà piuttosto che da parte dell’imprenditore affittuario? si interroga Falcone. Lo stesso dicasi nell’ipotesi di beni in leasing. Desta altresì preoccupazione da parte dell’associazione anche il fatto che le quotazioni dei premi possano essere molto elevate anche per piccole aziende che magari non si trovano in zone ad alto rischio di calamità. Altro aspetto oscuro è quello che riguarda la prospettiva secondo cui l’azienda priva di copertura non possa più accedere a qualsiasi forma di agevolazione o di incentivo pubblico. Non da meno la Lapet porta a riflettere sulle questioni ambientali, auspicando che tutto ciò si traduca in misure atte a prevedere investimenti per la messa in sicurezza delle zone a rischio della nostra nazione.
“Certo è che, quando gli obblighi in capo alle imprese aumentano, in linee generali, non è mai un fatto positivo, soprattutto poi se non c’è l’adeguata chiarezza sulla loro applicazione, come in questo caso” ha chiosato Falcone.
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