La Cassa Nazionale dei Ragionieri ha messo in campo un “aiuto robusto” per gli iscritti post pandemia con la previsione di un condono. A tal fine è stato ottenuto il via libera dei Ministeri vigilanti del lavoro e dell’Economia e delle finanze. I ministeri hanno autorizzato il “Piano di incentivazione alla regolarità contributiva”.
Si tratta di una novità assoluta. Per la prima volta i predetti ministeri consentono ad un ente di previdenza privato di ridurre sensibilmente le sanzioni e di concedere una rateazione di medio termine al fine di rendere possibile la regolarizzazione degli omessi versamenti. Alla base del via libera concesso dai ministeri vigilanti risiede la sostenibilità dell’intervento da parte della Cassa che quindi ha dimostrato di avere la necessaria solidità.
Il piano sarà pienamente operativo entro il mese di maggio, come previsto in una delibera approvata dall’ente nel mese di aprile dell’anno 2021 che ora ha ottenuto l’autorizzazione ministeriale.
Il periodo di definizione comprende gli anni dal 1992 al 2020. Indubbiamente, le difficoltà già presenti, che si sono però accentuate durante la fase della pandemia, hanno reso più agevole ottenere il via libera dei ministeri competenti.
La possibilità di definizione si muove su tre diverse direttrici. Da una parte la Cassa di previdenza ha inteso ridurre sensibilmente la sanzioni amministrative. Inoltre, vengono richiesti interessi in linea con i rendimenti che la cassa ha registrato negli ultimi anni riconoscendo, allo stesso tempo, una congrua rateazione con pagamenti trimestrali a seconda dell’ammontare del debito previdenziale oggetto di definizione.
In questo modo, ha spiegato il presidente della Cassa di previdenza, si intende incentivare la regolarizzazione degli inadempimenti concentrandosi, allo stesso tempo, sull’attività di recupero limitando il numero delle posizioni irregolari.
L’emergenza epidemiologica pesa notevolmente sul numero degli inadempimenti. Risultano iscritti alla Cassa dei Ragionieri circa 27.000 professionisti e gli inadempienti sono circa 8.000, quindi poco meno di un quarto. Si tratta di numeri rilevanti che dovrebbero essere sensibilmente ridotti con la nuova possibilità di definizione.
Il piano di incentivazione prevede l’applicazione di un tasso di interesse pari all’1,41 per cento, la riduzione della sanzione del 90 per cento e soprattutto la possibilità di scegliere se effettuare il versamento del debito pregresso accumulato negli anni in forma rateale.
Per i debiti pregressi il cui importo complessivo non risulta superiore a 20.000 euro, la possibilità di definizione prevede il versamento di una somma a titolo di acconto almeno pari al 20 per cento. La parte residua potrà essere versata in 8 rate trimestrali di pari importo.
Se il debito pregresso risulta compreso tra i 20.000 e i 50.000 euro, l’acconto dovuto dovrà essere pari almeno al 15 per cento. In tale ipotesi le rate trimestrali possono arrivare fino a 12. Invece, se il debito pregresso oggetto di definizione risulta superiore a 50.000 euro, l’acconto richiesto è del 10 per cento, e la parte rimanente può essere versata in 18 rate aventi periodicità trimestrale.
Se il professionista ha delle rateazioni già oggi in corso, può anche intervenire sui predetti importi, chiedendo la definizione degli stessi. Per effetto della sensibile riduzione delle penalità, l’importo complessivo si riduce ulteriormente.
L’operazione risulta estremamente conveniente in quanto nell’ipotesi di omesso versamento dei contributi non sarà possibile fruire del trattamento pensionistico.
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