“Valutare la possibilità di avviare un percorso condiviso per individuare metodi e criteri tramite cui estendere le tutele, previste per i familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro, a favore dei superstiti dei professionisti che perdono la vita per fatti violenti connessi alle funzioni espletate durante l’esecuzione di incarichi che vengono loro conferiti per conto dello Stato e di sue articolazioni”. È una delle proposte avanzata dal Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. La missiva arriva dopo l’assassinio del commercialista Antonio Lovati, colpito a morte nei giorni scorsi mentre esercitava i compiti di ausiliario del giudice. A dicembre altre due commercialiste - Nicoletta Golisano e Fabiana De Angelis - erano state colpite a morte durante un’assemblea in cui intervenivano per svolgere i propri incarichi di revisione. Tra il 2008 e il 2009 erano periti in situazioni analoghe i commercialisti Costanzo Iorio e Liberato Passarelli, morti per mano di imprenditori di cui gestivano, nelle vesti di curatori, i rispettivi fallimenti.
“Si tratta di incresciosi e angoscianti episodi che gettano nello sconforto le famiglie delle vittime e nella desolazione l’intera comunità dei 120mila commercialisti, liberi professionisti che abitualmente svolgono le proprie funzioni a tutela dell'interesse pubblico”, scrive de Nuccio. Il presidente della categoria chiede anche “nel solco di una precedente, meritoria, iniziativa che questo Consiglio Nazionale avviò nel 2010 con il Ministero dell’Interno, di dare nuova linfa all’Osservatorio sulla sicurezza dei Professionisti all’epoca istituito per monitorare le condizioni in cui lavorano i Commercialisti e le altre categorie professionali chiamate a svolgere funzioni sussidiarie della pubblica amministrazione a stretto contatto con l’autorità giudiziaria, affinché, in via preventiva, possano emergere situazioni in cui i professionisti subiscono intimidazioni o aggressioni durante l’esercizio delle proprie funzioni”.
“Le tragedie che hanno colpito nostri colleghi in questi giorni, in questi mesi e negli scorsi anni – prosegue - portano allo scoperto una realtà professionale in cui lavorare con diligenza, come prescrive la legge, è diventato pericoloso: sovente, i curatori, i custodi di beni pignorati, i delegati alle vendite, gli amministratori giudiziari di beni sequestrati, ma anche i revisori legali o gli organi di controllo sono oggetto di ripetute minacce per quanto fanno come tutori dell’interesse pubblico. Frequentemente i professionisti del “comparto giustizia” vivono episodi di pesante intimidazione. La crisi economica che il Paese sta vivendo anche nella difficile ripresa dalla fase pandemica potrebbe esasperare questa tendenza di per sé inquietante”.
Il numero uno dei commercialisti si dice anche “convinto che possa risultare utile diffondere tra i cittadini un messaggio di maggiore informazione sul fondamentale ruolo dei Commercialista nella nostra società. Un compito di informazione che spetta certo innanzitutto al Consiglio nazionale dei commercialisti, ma sul quale sarebbe bello ricevere il supporto delle Istituzioni per l’avvio di un’azione di sensibilizzazione della pubblica opinione. I commercialisti lavorano quotidianamente per l’economia del Paese, con ruoli di supporto tecnico all’azione investigativa ed esecutiva di magistrati e delle forze dell'ordine, con particolare riguardo alle procedure concorsuali e ai reati di matrice economica e finanziaria. Si tratta di incarichi che svolgono a tutela del pubblico interesse, mettendo a rischio la propria incolumità, con ritorni economici predefiniti da “parametri” ministeriali e, dunque, non determinati dalla libera contrattazione delle parti. È raro – conclude de Nuccio - che ci si soffermi sul ruolo svolto dal Commercialista come ausiliario del giudice o come supporto per le imprese anche nella gestione e nel superamento delle loro crisi. Quasi mai si pubblicizza l’intensa attività effettuata dagli Ordini professionali sulle tematiche del sovraindebitamento delle famiglie, in ordine alla quale i Commercialisti svolgono attività complicatissime – anche sotto un profilo sociale e psicologico - che potremmo definire pro bono”.
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