L’Associazione dei Dottori Commercialisti (ADC) e l’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (U.N.G.D.C.E.C.), tramite due comunicati stampa, hanno formulato le loro osservazioni in merito alle lettere di compliance, che l’Agenzia delle Entrate sta inviando, relative a mancate compilazioni dei quadri RS per i contribuenti forfettari.
In particolare, l’ADC rileva che è un dato di fatto che l’Agenzia, grazie alla fatturazione elettronica, ha tutte le informazioni disponibili. “Quindi perché, se non vi è l'obbligo di documentare un costo che, per i soggetti forfettari risulta irrilevante ai fini tributari, si chiedono dati già in possesso dell'Amministrazione Finanziaria direttamente presenti in anagrafe tributaria?” È vero che la legge istitutiva del regime consente al fisco di chiedere “informazioni”, ma la mancata compilazione di un rigo o più righi del quadro RS lascia sicuramente intatti i poteri di monitoraggio, accertamento e controllo.
Inoltre, l’ADC sottolinea che le lettere, inviate direttamente al contribuente, sortiscono un effetto fuorviante, inducendo il contribuente/cliente a pensare che la dichiarazione non rechi alcun dato, poiché non viene specificata la funzione formale delle informazioni del quadro RS. “Ulteriore confusione genera l’indicazione della sanzione in misura piena di 250 euro da una parte, e, contemporaneamente, l’omissione di una indicazione specifica della riduzione delle sanzioni spettanti secondo la tempistica dell’adempimento”.
Sulla stessa linea le parole di Matteo De Lise, presidente dell’UNGDCEC, che afferma “inviando queste lettere, l’AdE afferma che i contribuenti che hanno barrato il campo «assenza di dati da dichiarare» abbiano compiuto un’omissione rilevante. Ci domandiamo: cosa c’è di strano se un contribuente che non deduce costi dall’attività e, pertanto, che non ha interesse a sostenere costi, non abbia effettivamente nessun dato da dichiarare? Lo scenario che si prefigura è che quasi tutti i forfettari raggiunti da queste lettere chiameranno il loro commercialista, ricontrolleranno la documentazione e molto probabilmente pagheranno la sanzione prevista indicando, con molta probabilità, un dato insignificante”.
Inoltre, De Lise evidenzia l’unica funzione del quadro RS per i forfettari, ossia fornire un dato statistico, una mera informazione riguardo costi dell’attività (fiscalmente irrilevanti). Allora che senso un invio massivo le lettere di compliance a tutti i contribuenti forfettari che hanno flaggato la casella «Assenza di dati da dichiarare»? Senza considerare che gli uffici dell’Agenzia, con un organico sottodimensionato, come evidenziato dal direttore Ruffini, saranno sommersi da richieste di chiarimento.
“Non è corretto neppure che l’Agenzia delle Entrate chieda notizia di dati già in suo possesso, come peraltro prevede sia la norma istitutiva del regime forfettario che lo Statuto del Contribuente”, continua de Lise.
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