Il 31 ottobre scade il pagamento della prima rata della rottamazione. Ottima occasione per quei contribuenti, gravati da debiti fiscali già iscritti a ruolo, per regolarizzare la loro posizione. Aderendo, quindi, a quella che appariva una svolta per ripartire con un piano di rateazione non eccessivamente dilazionato ma sicuramente sostenibile, senza sanzioni e interessi.
Due criticità rimangono però legate a questa buona opportunità, che rischiano di vanificare la buona volontà dei contribuenti e quella della Pubblica Amministrazione che ha impiegato risorse e tempo per attuarla: la prima l’eccessiva onerosità delle prime due rate, che rappresentano il 20 per cento dell’intero debito, la seconda la loro scadenza troppo ravvicinata.
Ancor più grave è la farraginosità dei sistemi di pagamento concepiti per la rottamazione.
I contribuenti possono onorare le rate direttamente dai loro conti correnti mediante vari sistemi di pagamento: tramite “PagoPA”, tramite il bollettino allegato alla rottamazione recandosi presso gli sportelli Postali, tramite i tabaccai o ancora recandosi presso le Agenzie Entrate Riscossione e pagando direttamente allo sportello.
Purtroppo, però, gli uffici di “Agenzie Entrate Riscossione” presenti sul territorio risultano inaccessibili poiché il numero di appuntamenti messi a disposizione non è adeguato ad affrontare le richieste dell’utenza.
A ciò si aggiunga il fatto che non tutti gli Istituti di credito hanno aderito al sistema Pago PA rendendo pertanto impossibile il pagamento on line dai conti correnti le rottamazioni.
E come se non bastasse anche il pagamento presso il sistema dei Monopoli (Tabaccai) risulta complesso per il semplice fatto che le prime due rate, alcune volte, superano il limite che è possibile corrispondere in una
stessa giornata.
Ebbene si... la burocrazia dell’Agenzia Entrate Riscossione ha vinto sia sulla volontà politica sia sulla volontà dei cittadini di regolarizzare le loro posizioni.
Ma quale Paese può essere artefice di una trappola burocratica anche verso i pagamenti a lui destinati?
Forse quel Paese dove le regole dell’Agenzia travalicano addirittura la volontà di un Governo.
Forse quel Paese dove la ‘Burocrazia’ viene artatamente eretta a strumento volto ad una spasmodica ricerca di generare gettito non da una vera attività di compliance con i cittadini, ma da attività repressiva e di controllo, a valle, al solo scopo di dimostrare quanto efficienti siano gli Uffici dell’Agenzia.
Con buona pace dei contribuenti onesti.
Non possiamo che rivolgerci al Ministro perché garantisca il pagamento puntuale di quanto dovuto dai contribuenti italiani per la rottamazione, prevedendo, ad esempio, un semplice bonifico diretto ai conti di Agenzia Entrate Riscossione o rendendo possibile la domiciliazione bancaria attraverso l’accesso telematico al sito Ader per inserire iban; consentendo ai professionisti intermediari di svolgere tutte queste funzioni non recandosi presso gli uffici ma intervenendo da remoto.
Cogliamo l’occasione per insistere sulla necessità di riaprire, come vero aiuto alle imprese, la possibilità di rateizzare i debiti scaduti anche se decaduti da una rateazione e/o una rottamazione precedente alla quater.
Questo consentirà di conseguire una regolarità fiscale senza la quale moltissime imprese si ritroveranno dentro una crisi difficile da superare.
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