Arriva per i consulenti del lavoro una soluzione concreta alle criticità legate al progressivo aumento dei costi per l’utilizzo di software informatici necessari per dare attuazione all'obbligo di emissione dalla fattura elettronica e che sta esponendo i consulenti stessi a spese notevoli e ingiustificate. A comunicarlo è stata la Fondazione studi Consulenti del lavoro con apposito comunicato apparso ieri sul proprio sito istituzionale.
In particolare, la soluzione si è concretizzata nella messa a disposizione di un software di fatturazione elettronica per i consulenti che permetterà di gestire l’intero processo di fatturazione e di emettere gratuitamente 300 fatture.
Criticità e soluzioni – Viene fornito un documento di approfondimento in cui oltre ad illustrare i dettagli tecnici inerenti l’utilizzo del software, sono messe in evidenza quelle che, secondo la fondazione, sono le maggiori criticità legate all’introduzione dell’obbligo in esame.
Si sottolinea, quindi, la necessità, in primo luogo, di introdurre un credito d’imposta per il recupero delle spese effettuate visti i maggiori costi e oneri che imprese e professionisti stanno sostenendo per gli investimenti in tecnologia e formazione del personale.
Si evidenzia, altresì la necessità di estendere a 12 mesi (in luogo degli attuali 6 mesi) il periodo transitorio di non sanzionabilità. In particolare, si vuole l’introduzione di una moratoria senza sanzioni per un primo periodo transitorio di 12 mesi, in caso di errori nelle fatture effettuati in assenza di dolo. Tale richiesta “nasce dalla necessità di evitare che la semplificazione amministrativa si trasformi in una complicazione per studi dei Consulenti del Lavoro” – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Studi, Rosario De Luca.
Si chiede altresì, l’eliminazione del c.d. esterometro, ossia dell’adempimento a cadenza mensile, comportante l’obbligo di trasmissione dei dati delle fatture emesse e ricevute da controparti estere. Si tratta di una misura che certamente non comporta “semplificazione”.
Dato, poi, che il digital divide in alcune zone d’Italia non consente l’assolvimento dell’obbligo di fatturazione elettronica, si punta il dito sulla necessità di finanziare nuove infrastrutture tecnologiche varando un piano di investimenti pubblici.
Viene infine messo in risalto che, in virtù delle complicazioni burocratiche legate all’obbligo di apposizione del visto di conformità per le compensazioni orizzontali dei crediti fiscali che penalizzano le imprese, si renderebbe necessario aumentare la soglia per l'esclusione dall'obbligo del visto, riportandola a 15.000 euro o più.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata