La proroga al 30 novembre 2024 delle comunicazioni richieste ai contribuenti in regime forfetario, nel quadro RS del modello Redditi PF 2022, non sana in alcun modo la stortura che tale obbligo rappresenta.
“È inconcepibile chiedere, a mezzo delle lettere di compliance che stanno pervenendo ai contribuenti forfetari in questi giorni, di adempiere ad un obbligo da cui una legge in vigore li dispensa” afferma il Presidente ANC Marco Cuchel “L’art 6 bis della Legge n. 58 del 28/06/2019 prevede esplicitamente per i contribuenti forfetari che i dati del quadro RS siano indicati escludendo quelli di cui l’Amministrazione è già in possesso. Ora, se si è in un regime fiscale per il quale siamo obbligati alla registrazione delle fatture, i dati sono già acquisti, se invece si è nel regime di vantaggio, proprio in virtù della semplificazione di cui ci si avvale, la registrazione non è prevista. Ci chiediamo se il dato sia richiesto ai forfetari per poter applicare anche nei loro confronti il concordato preventivo biennale, la qual cosa ci renderebbe oltremodo perplessi”
Ci si chiede anche per quale motivo per gli anni precedenti al 2021 non siano state inviate tali richieste di compliance. Se di obbligo si tratta, dovrebbe riguardare tutti gli anni d’imposta contestabili.
“È giusto ribadire che consideriamo il contenuto di queste comunicazioni ingiusto ed illegittimo e pertanto ne chiediamo l’annullamento” conclude Cuchel “e la precisazione dell’assenza di sanzioni per l’invio delle integrative riportata nel testo della proroga, suona come una beffa. A questo si aggiunge la notizia degli avvisi a pioggia (a partire dall’anno d’imposta 2018) di irrogazioni di sanzioni che stanno pervenendo ai contribuenti a seguito di indebite compensazioni sui modelli F24, da parte di coloro che avevano con l’erario debiti scaduti oltre il limite previsto. La cosa crea enormi problemi e preoccupazioni soprattutto a coloro che hanno aderito alla rottamazione dei ruoli e che solo ora si vedono applicare una sanzione del 50%, a detrimento del vantaggio ottenuto con la rottamazione stessa. Anche in questo caso, per anni, nessuna richiesta è pervenuta ai contribuenti, al di là della verifica di legittimità di tali compensazioni, ed ora improvvisamente ci troviamo davanti ad un invio massivo di tali contestazioni. Ci domandiamo: qual è il motivo di tutto ciò? Davvero c’è una tale necessità di reperire risorse, per cui si arrivi a fare cassa con la richiesta di sanzioni per errori formali? Non doveva essere la priorità del Paese stanare la vera evasione? La speranza di un vero cambio di passo nel settore fiscale e tributario ancora è molto alta, ma certe operazioni ci lasciano perplessi.
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