Lo scorso 18 settembre il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto n. 132, rendendo così operativo l’art. 29 del D. L 19/2024 che modifica l’art. 27 del D.lgs. n. 81/2008 (Testo unico della Sicurezza sul Lavoro).
È l’ennesimo esempio di un provvedimento che sembra essere stato disposto più per ragioni burocratiche che per esigenze oggettive, emesso frettolosamente e senza che la P.A. sia pronta a recepirne la documentazione, ne è prova lo stesso periodo transitorio del mese di ottobre, durante il quale l’adempimento è ammesso con una semplice autocertificazione.
Il sistema, così come concepito, è basato su un elevato livello di burocratizzazione che rallenterà l'accesso ai cantieri e complicherà la quotidiana gestione del lavoro. L'introduzione della “patente a crediti”, se da una parte può rappresentare un tentativo di migliorare la sicurezza sul lavoro nell'edilizia, dall’altra lascia emergere molteplici criticità che richiedono una riflessione approfondita:
- il sistema della patente a crediti impatta in modo significativo sui piccoli imprenditori e sulle microimprese, che si vedrebbero aumentare i costi di gestione e burocratici per fornire documentazione e informazioni già in possesso della P.A. o comunque per adempiere ad obblighi (es. formazione) già previsti dalla normativa di riferimento;
- la perdita di punti, peraltro, può tradursi nella sospensione aziendale e/o nell'impossibilità di accedere ai cantieri, penalizzando soprattutto le microimprese nonché i lavoratori e le loro famiglie già in difficoltà;
- l’applicazione del sistema della patente a crediti si manifesta in modo potenzialmente disomogeneo tra le diverse regioni e aree del Paese con l’effetto di generare confusione tra le imprese edili e i lavoratori; gli standard, che variano in base al territorio, riducono l'efficacia del provvedimento e penalizzano alcune realtà locali;
- esiste una concreta difficoltà nella gestione dei punteggi; infatti il sistema di assegnazione e decurtazione dei punti non sempre risulta trasparente e/o comprensibile.
- non sempre è chiaro come verranno valutati gli errori ed è ancor meno chiaro come verranno ripristinati i punti persi;
- sussiste anche un problema, tutt’altro che trascurabile, di reperimento di programmi di formazione adeguati e accessibili;
- non è affatto chiara l’applicazione della norma nei riguardi dei piccoli imprenditori in attività da meno di tre anni e conseguentemente (causa ostativa) con impossibilità di ottenere il DURF;
- anche riguardo al DURC ci sono aspetti da considerare poiché talvolta, per banali questioni di allineamenti, il rilascio viene negato e/o ritardato, con possibilità di superamento del limite temporale per la presentazione della domanda in questione.
Se la patente a punti vuole essere uno strumento per migliorare le competenze dei lavoratori della filiera edile, l'attuale sistema formativo risulta sensibilmente frammentato e poco uniforme. Si rischia concretamente di compromettere l'obiettivo del provvedimento, che è volto ad elevare gli standard di sicurezza, favorendo invece una finalità di natura punitiva a discapito di quella formativa.
“Le criticità esistenti” sostiene Marco Cuchel Presidente ANC “richiedono una complessiva revisione del sistema della patente a crediti per le imprese della filiera edile allo scopo di trovare il giusto equilibrio tra l’innalzamento degli standard di sicurezza e la sostenibilità operativa del settore, facendo sì che il sistema sia equo, chiaro e applicabile uniformemente su tutto il territorio nazionale”.
Si ravvisa altresì l’opportunità di prevedere programmi di formazione più accessibili e standardizzati, una maggiore trasparenza nella gestione dei punteggi nonché un sistema in grado di non penalizzare le imprese di minori dimensioni e con minori risorse disponibili.
Tutto il settore edile dal 1° ottobre, data di entrata in vigore del sistema con la possibilità di autocertificare il possesso dei requisiti, e ancor di più dal 1° novembre, data di decorrenza per la presentazione delle domande attraverso il portale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, rischia di andare incontro a pesanti rallentamenti e alla possibilità di non riuscire a garantire la continuità lavorativa, con il risultato di compromettere la sua competitività e quella dell’intero comparto.
“L’Associazione Nazionale Commercialisti” conclude il Presidente Cuchel “evidenzia ancora una volta la necessità di prorogare l’entrata in vigore dell’adempimento, ciò in ragione sia dei necessari chiarimenti, sia dell’opportunità della definizione di una procedura trasparente e semplificata che privilegi gli aspetti sostanziali della norma e non esclusivamente quelli di natura formale”.