Ieri, 23 ottobre 2024, è stato pubblicato dal Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti contabili e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti il documento di ricerca “Qualità del bilancio e informazioni rilevanti per i fondi di Private equity” (in allegato), curato dalla Commissione di studio “Finanza reporting” operante nell’area “Finanza aziendale” alla quale è delegato il consigliere nazionale Antonio Repaci.
Il documento parte dal presupposto che il mercato del Private Equity in Italia sta attraversando una fase di notevole sviluppo e cambiamento e quindi è finalizzato a offrire spunti sui principali indicatori e sulle informazioni che i fondi analizzano nella valutazione delle aziende in cui investire, partendo dalla verifica dell’affidabilità e attendibilità dei dati economico-finanziari riportati in bilancio.
Come spiegato nella prefazione del lavoro «nel corso degli ultimi anni si assiste a un aumento significativo delle attività realizzate con fondi di Private Equity, sia nazionali che internazionali, che svolgono un ruolo chiave in molte operazioni rivolte alla crescita e alla riorganizzazione delle aziende. L’appeal dell’Italia come destinazione di investimento è emerso in modo evidente attraverso un numero crescente di operazioni attuate anche da operatori esteri, che riflette la fiducia nel potenziale di crescita dell’economia italiana. Il volume complessivo delle transazioni nel settore ha sperimentato un notevole aumento, con un particolare focus su comparti chiave come la tecnologia, la salute e l’energia. Questa diversificazione degli interessi degli investitori rispecchia la ricerca di opportunità in settori ad alto potenziale di crescita e innovazione».
I Commercialisti sottolineano anche come «i fondi di Private Equity non sono più solo meri fornitori di finanziamenti, ma anche veri e propri partner strategici per molte aziende. La collaborazione con questi soggetti, infatti, non solo offre accesso a risorse finanziarie, ma anche a competenze gestionali e a un supporto strategico che contribuisce alla crescita e all’internazionalizzazione delle imprese stesse».
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