“Favorire le aggregazioni professionali è una necessità. La nostra proposta per accelerare su questo tema è quella di consentire ai soggetti inseriti nel regime forfettario di partecipare alle associazioni professionali, seppur con parametri ben definiti”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, nel corso del 60° congresso nazionale dell’associazione a Palermo.
“L’idea - spiega De Lise - è quella di considerare nel limite dei compensi di 85mila annui sia la quota parte svolta in maniera individuale, che quella percentuale nella partecipazione all’associazione. In caso di assenza di contestuale Partita Iva individuale dei soci, le stesse associazioni, formate da tutti soggetti con i requisiti del regime forfettario, potrebbero così potenzialmente raggiungere un volume di affari di 85 mila euro moltiplicato per il numero di soggetti, ognuno dei quali applicherebbe il forfettario. Ai fini Iva, l’associazione applicherebbe invece la normativa ordinaria di rivalsa e detrazione dell’imposta e questo consentirebbe di superare il problema del limite comunitario di esenzione Iva di 85mila euro e sarebbe un vantaggio anche per lo Stato”.
La seconda proposta dell’Ungdcec riguarda il reddito di impresa. “L’idea è di riportare le perdite fiscali all’indietro (attualmente si possono riportare solo in avanti) - spiega De Lise -. Il suggerimento era stato fatto a livello europeo a seguito della pandemia: riportando le perdite all’indietro, infatti, le stesse andrebbero compensate sugli utili pregressi e si maturerebbe subito un credito d’imposta. Sarebbe dunque un’immissione di liquidità per le imprese”. Le proposte sono state presentate insieme al presidente della Commissione studio Imposte dirette dell’Unione, Claudio Turi.
Al Teatro Massimo sono state due giornate di dibattito con esponenti della politica, delle professioni e della società civile. Presenti i vertici del Consiglio nazionale dei commercialisti, delle Casse di previdenza e degli Ordini territoriali.
Francesco Paolo Sisto (viceministro della Giustizia) ha detto: “L’impegno dei giovani commercialisti, in prima linea nel fare proposte legate al fisco e all’economia, è molto apprezzato. Il governo, pur essendo pienamente consapevole dei problemi, agisce nell’interesse del Paese su principi che mi sembra stiamo dando i frutti sperati. Oggi, finalmente, tecnica e politica vanno a braccetto, non siamo più di fronte a scelte lontane dalle competenze specifiche: l’idea è di fare delle competenze sempre più un punto di forza del Paese”.
Per Andrea De Bertoldi (commissione Finanze a Montecitorio), “il governo sta lavorando a un fisco diverso, più ‘umano’. Il contribuente vedrà nel fisco non più un nemico ma un interlocutore con il quale dialogare: penso ai concordati preventivi e al rafforzamento della compliance, ma anche a una flat tax che semplificherà sensibilmente il meccanismo. Un fisco che prevederà anche agevolazioni per le imprese che reinvestiranno nelle proprie aziende”.
Ettore Rosato (Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati) ha sottolineato: “I professionisti, chiamati ogni giorno a mediare tra Stato, imprese e cittadini, sono un esempio per la politica di un Paese che sta attraversando una crisi economica e anche demografica. Servono soluzioni nuove, che producano ricchezza, sfruttando anche le risorse previste dal Pnrr”.
Sono intervenuti tra gli altri anche Luigi Marattin (Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera) e Francesco Fimmanò (professore ordinario di Diritto Commerciale e direttore scientifico dell’Università Mercatorum).
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata