19 maggio 2014

16 GIUGNO… IL GIORNO DELLA VERGOGNA

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,

nella vita di ciascuno di noi ci sono dei giorni che sono destinati a rimanere fissi nella mente, così si ricorderà con piacere la nascita di un figlio, il giorno della laurea o anche situazioni spiacevoli, quali ad esempio la perdita di una persona cara. Ci sono poi eventi che caratterizzano la storia, pertanto ricordati da tutti, come il 2 giugno Festa della Repubblica Italiana, a ricordo della nascita della Repubblica.

Ma questo giugno temo che lo ricorderemo anche per un altro evento, per una circostanza che dimostra il fallimento della macchina statale e della burocrazia che sta uccidendo il nostro Paese.

Mi riferisco al 16 giugno che verrà ricordato per il sovraffollamento di scadenze fiscali, provate infatti a guardare nel sito dell’Agenzia delle Entrate e nello scadenzario troverete concentrate in quella giornata più di 120 adempimenti. E in questi giorni, nei vari dibattiti televisivi in vista della prossima tornata elettorale, si parla di semplificazioni! Come al solito si parla di ciò che non si conosce.

Ma al di là di questo, il 16 lo ricorderemo anche come il “giorno della vergogna”. Rappresenta proprio il giorno in cui i nostri governanti e politici di turno, oltreché i vari burocrati che affollano l’apparato statale, si dovrebbero vergognare e dare le dimissioni in massa. Purtroppo però abbiamo visto che il nostro è anche il Paese dove, conquistata la poltrona, non la si lascia neanche dopo la morte.

Ma torniamo al giorno della vergogna, 16 giugno, data in cui dovremo tentare e riuscire a pagare anche la Tasi. Mi riferisco quindi al caos che avremo, fra qualche giorno, per la confusione venutasi a creare a seguito di questa nuova imposta che avrebbe dovuto sostituire l'IMU e per la quale una norma ha previsto per il 2014 una deroga nel calcolo in mancanza di delibera comunale che fissa aliquote, detrazioni ecc...

Trattasi di disposizioni transitorie, incomprensibili e insufficienti, volte solo a creare ingorghi e difficoltà ai contribuenti. Non che vada meglio nei comuni che hanno già deliberato (solo il 10%), dove si trovano, sfogliando le varie delibere, aliquote e detrazioni diverse, tanto da arrivare ad affermare che avremo ben presto oltre 80.000 circa situazioni diverse nei vari comuni. Hanno già lanciato un grido di allarme le sigle sindacali dei commercialisti e dei vari CAF . In sostanza non avremo soltanto, a che ne dicono, un aumento rispetto all'IMU del 2012, ma ancora una volta dovremo assistere ad una rincorsa a d ostacoli per calcolare il dovuto.

Abbiamo anche assistito, a fronte della richiesta inevitabile di una proroga per l’impossibilità di calcolare in pochi giorni l’importo da pagare, alla discussione tra Comuni e governo per l’eventuale concessione. Sul tema ci siamo dovuti sorbire anche le dichiarazioni di qualche politico che ha liquidato la questione dicendo che se la proroga non c’è è esclusivamente colpa dei comuni che si sono opposti e che se avremo, com’è in questo momento, solo il 10% dei comuni che ha deliberato tempestivamente, ci troveremo in una situazione confusa.

Ma che bravo! Vedo che ci si è allineati e si è subito imparata l’arte del politico, dove la colpa è sempre degli altri!

Allora è il caso di fare un po’ di chiarezza, visto che personalmente non faccio politica e non devo difendere alcun carrozzone o schieramento.

Intanto iniziamo a dire perché gli enti locali si oppongono allo spostamento, anziché fare facile demagogia.

Il differimento del pagamento avrebbe effetti devastanti sui bilanci degli enti locali, già sfiniti dal Patto di stabilità. La Tasi e l'Imu sono le principali fonti di finanziamento per i servizi erogati dai Comuni e un eventuale differimento del pagamento creerebbe un “cash crunch” – una crisi di liquidità drammatica - oltreché l'impossibilità per i comuni di continuare a erogare i servizi.

Tale situazione poteva essere prevista già qualche mese fa
. Ricordo infatti che con l’emanazione del decreto c.d. “Salva Roma-ter” il Governo aveva stabilito l’ennesimo rinvio del termine per chiudere i bilanci preventivi dei Comuni ed era evidente che ciò avrebbe potuto portare con sé uno slittamento delle scadenze per fissare le aliquote dei tributi locali, a partire dalla nuova TASI. Non c’era bisogno di un mago per prevedere le conseguenze che del resto, dalle pagine di questo quotidiano, da più di un mese stiamo rimarcando. Inoltre il medesimo decreto che ha disposto un calcolo particolare per il 2014 in caso di mancanza di delibera, non ha vagliato tanti altri casi, quali ad esempio quello dell’inquilino che non sa che aliquota pagare in mancanza di delibera. Anche questo problema è colpa dei comuni?

Ma siamo un po’ seri e dimentichiamo per un attimo la campagna elettorale! Pensiamo ai cittadini e ai professionisti che stanno impazzendo!

A proposito di commercialisti, debbo assistere ancora una volta a dichiarazioni prive di senso da parte di gente che parla senza conoscere la materia. Leggo infatti su repubblica di domenica 18 maggio un articolo a firma di Roberto Mania, secondo il quale l'enorme confusione in tema di Tasi rappresenta un ginepraio creando affari d'oro per i commercialisti che sul bizantinismo normativo tricolore hanno costruito le loro fortune. Ecco cosa ci tocca anche leggere e mio nonno direbbe in tale circostanza “cornuti e mazziati”. Io farei lavorare tale giornalista, in uno studio e poi vorrei vedere se si fanno i soldi a scrivere “simili assurdità” o a fare questa maledetta professione che diventa sempre più difficile e dove si guadagna sempre di meno.

In merito poi alla possibilità data ai comuni di differire al 31 luglio 2014 il termine per l’approvazione dei bilanci preventivi, ricordo che ciò è avvenuto a causa della concomitanza con la scadenza elettorale per le amministrative, per cui non vedo perché meravigliarsi oggi se tanti comuni in virtù di questa disposizione non hanno ancora deliberato.

È forse giunto il momento che ci si assuma le proprie responsabilità, evitando dichiarazioni che non incantano più nessuno, e si conceda lo slittamento del pagamento dal 16 giugno al 16 settembre. Tenendo conto poi che il caos non è stato generato dai comuni, il governo dovrebbe anticipare le risorse per colmare il vuoto di liquidità determinato dal mancato pagamento della Tasi che, come già sottolineato, rappresenta la principale fonte di finanziamento degli enti locali. Dalle ultime notizie apparse sembra che a queste condizioni i comuni accetteranno l’inevitabile proroga!

Il tutto comunque rappresenta, l’ennesimo fallimento di un intero sistema, nonostante si predichi il cambiamento, ed a tal proposito mi viene in mente quanto affermato dal politico italiano Cesare Cantù, ossia che “colui che incolpa gli altri delle proprie disgrazie è un ignorante: colui che incolpa sé stesso comincia a migliorare; il galantuomo non incolpa né sé né gli altri, ma pensa a rimediarvi”.
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