11 gennaio 2013

Cara Agenzia… Non mi convinci

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, ieri ho avuto l’opportunità di partecipare a un dibattito, nel corso della rubrica “TG2 Insieme” condotta egregiamente da Marzia Roncacci, con altri ospiti tra i quali un alto funzionario dell’Agenzia delle Entrate, la dott.ssa Antonella Gorret. Il tema della discussione è stato il redditometro, argomento al momento particolarmente scottante.

La Gorret ha esposto la tesi del’Agenzia delle Entrate, sponsorizzando il nuovo strumento e cercando di tranquillizzare i contribuenti in merito all’applicazione dello stesso. Tramite il funzionario, l’Amministrazione Finanziaria ha affermato l’intenzione di adottare il redditometro col fine di stanare i grandi evasori, senza l’intenzione di creare inutili allarmismi.

Ora, pur dovendo apprezzare e riconoscere lo forzo che il Fisco ha fatto rispetto al vecchio redditometro, non possiamo non sollevare alcune perplessità che, peraltro, ho manifestato direttamente ieri al dirigente.
In primo luogo, ritengo che non si possa non riconoscere che lo strumento si basa su “spese certe”, conosciute e in possesso della banca dati dell’Amministrazione Finanziaria (incontestabili), e “spese figurative”, vale a dire quelle che il Fisco attribuisce ipoteticamente al contribuente stimandole sulla base di indagini statistiche. Secondo l’Ufficio, tali spese sono nell’ordine di migliaia di euro, quindi non dovrebbero impensierire i contribuenti.
Su tale assunto nutro però diversi dubbi.

Ritengo infatti che se è difficile dimostrare di aver speso meno di quanto presunto dal Fisco (indagini statistiche), risulta praticamente impossibile dimostrare di non aver sostenuto una spesa.
Senza tralasciare il fatto che ci stanno dicendo oggi, 2013, le conseguenze che trarranno da spese effettuate (o presumibilmente effettuate) dal 2009. Come si può pensare che il contribuente possa eventualmente difendersi tentando di documentare che le spese figurative sono di importo superiore a quelle effettive, se all’epoca non ha tenuto una contabilità familiare?

Ponendo, ad esempio, che io abbia acquistato nel 2009 un’auto avvalendomi, in parte, di elargizioni in contanti ricevute da familiari, e considerato che all’epoca il limite della circolazione del contante era di 12.500 euro, come posso certificare tale situazione non avendo utilizzato strumenti tracciabili (assegni, bonifici..etc)?

A questo punto è senz’altro chiaro che avrà un ruolo primario il contraddittorio con l’Ufficio. In merito a ciò, ieri la Gorret sosteneva che gli Uffici riceveranno dettagliate istruzioni dalla Direzione Generale delle Entrate e che quindi non ci dobbiamo preoccupare. Ma, in totale sincerità e in virtù delle esperienze passate, tali rassicurazioni purtroppo non ci rassicurano affatto!

Cari colleghi, abbiamo forse dimenticato quel che siamo stati costretti a sopportare con i contraddittori per gli studi di settore? All’epoca, tutto si risolveva con una sorta di trattativa su che percentuale di sconto si dovesse applicare!!!
Ed allora, mi sovviene amaramente quanto soleva affermare il grande Andreotti (grande soprattutto per l’età raggiunta, onde evitare equivoci di sorta), “A PENSAR MALE SI FA PECCATO, MA SPESSO CI SI AZZECCA”.
Ebbene, a noi non resta che sperare che il nuovo strumento sia veramente utilizzato con precauzione e soprattutto con la massima cura. Tant’è che se non ci tranquillizzano i precedenti, ancor meno ci riescono le parole!!!
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