24 gennaio 2014

Cartelle esattoriali: tutto fumo e niente arrosto!

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, ancora una volta dobbiamo occuparci di un provvedimento, varato dall’esecutivo Letta con la legge di stabilità, avente come obiettivo (o meglio, come sogno), quello di arrivare alla definizione delle cartelle esattoriali.

Purtroppo ormai da troppo tempo ci arrivano conferme sull’incompetenza di chi ci governa e rappresenta. Gente che elabora piani e leggi senza che questi siano legati alle reali esigenze del Paese. Gente che vede l’uscita dalla crisi e la ripresa in atto.

Ma noi viviamo davvero questa quotidianità, con il suo bagaglio di problemi e ostacoli, per questo possiamo smascherarli, mostrando la vacuità dei loro provvedimenti tanto poco ponderati.

In sostanza, la Legge n. 147/13, comunemente indicata con l’appellativo di Legge di stabilità 2014, ha concesso ai contribuenti di pagare, entro il prossimo 28 febbraio, in un’unica soluzione le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi la cui riscossione, entro la data del 31 ottobre 2013, era stata affidata a Equitalia. La definizione agevolata, così è stata definita tale procedura, prevede inoltre che il pagamento sia esente dagli interessi di mora e da quelli di ritardata iscrizione a ruolo che di solito insorgono entro i sessanta giorni dal mancato pagamento.

Una proposta allettante?? Non saprei, certo se così fosse non si spiegherebbero le sole 200 adesioni finora pervenute, come la stessa Equitalia ha sottolineato (auspicando però un incremento delle domande a ridosso della scadenza!). Su quali pagamenti si potrà applicare l’agevolazione illustrata dall’ente riscossore? Ebbene, la stessa Equitalia ha spiegato che la definizione agevolata sarà applicabile alle cartelle e agli avvisi di accertamento esecutivi emessi per i tributi per i quali risultano competenti le Agenzie fiscali (Agenzia delle Entrate, del Demanio, del Territorio, delle Dogane e dei Monopoli), gli Uffici statali (per esempio Ministeri e Prefetture) e gli Enti locali (Regioni, Province e Comuni).

Questa, in sintesi, la notizia diffusa direttamente da Equitalia. Ecco, potrebbe trattarsi di una buona novella, se non fossero venuti a galla degli evidenti problemi legati proprio alla natura dell’agevolazione. A ben vedere, per il contribuente potrebbe infatti delinearsi una maggiore convenienza a pagare a rate con gli interessi piuttosto che in una soluzione unica (nell’immediato) senza interessi. A poter realmente usufruire dell’aiuto sarebbero, in altri termini, contribuenti con cartelle ‘miliardarie’, non invece quelli ‘comuni’, vale a dire quelli come noi e come i nostri clienti. E a una tale conclusione ci arrivo senza fare voli pindarici tra fine della recessione e uscita dalla crisi, passando per una fantomatica ripresa economica! Ci arrivo stando coi piedi ben piantati a terra, leggendo le norme ed esaminando i casi concreti, quelli che ho sotto gli occhi tutti i giorni. Una vicinanza con la concretezza che, ahimè, chi ci governa sembra aver perduto, se mai si possa pensare che l’abbia avuta.

Il punto è che, a mio parere, un simile provvedimento si scaglia evidentemente contro quei contribuenti che magari non hanno versato l’Iva in quanto non avevano la disponibilità, situazione che in questi ultimi anni si sta verificando sempre più di frequente. Perché dico che non risulta conveniente? Ebbene, per la citata tipologia di contribuente il risparmio si ridurrebbe ai soli interessi maturati. Pertanto, mi chiedo, come si può pensare che un contribuente in difficoltà al 31 ottobre dello scorso anno, ora sia in grado di recuperare l’intero ammontare di cui è debitore, nonché di versarlo in un’unica soluzione entro la fine di febbraio? Ma ci stiamo rendendo conto che si finirebbe per preferire la rateizzazione, anche con gli interessi, pur di non dover sborsare l’intera somma tutta insieme? Anche perché oggi è possibile avere una maxi rateazione decennale.

Questo è il fatto, già di per sé irritante. Se poi vi si aggiungono le parole sciorinate dagli artefici di un simile disastro, che sfilano da talk show a talk show, ben comprenderete il mio sdegno!

Si tratta di un provvedimento inutile, studiato ad hoc per salvare i grandi evasori, o a chi deve somme molto vecchie, che di certo ne trarranno maggiori benefici rispetto ai piccoli, che hanno evaso non per furbizia quanto invece per necessità. Lo hanno chiamato ‘il provvedimento salva Maradona’… pensate che lo stesso deve al fisco circa 40 milioni di euro dei quali ben 34 di interessi di mora. Se dovesse decidere di aderire alla sanatoria, entro il 28 febbraio, si vedrebbe abbattere il suo debito dagli attuali 40 milioni a soli 6 milioni di euro. Bene, ma quanti Maradona ci sono in Italia? A voi le ulteriori considerazioni…

I paroloni e le frasi altisonanti io li ho sempre presi per quello che sono: manifestazioni di incompetenza alle quali non bisogna far caso”, scriveva il romanziere austriaco Thomas Bernhard. Mai come in questo periodo il nostro Paese ne è palese manifestazione! Solo slogan e parole… verità e competenza, per il momento, sono le uniche ad aver potuto usufruire della pensione!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy