24 novembre 2014

COMMERCIALISTI e ANTIRICICLAGGIO: Beffati dallo "Sblocca Italia"

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

sembra che per la nostra professione non ci sia pace! Proprio in questi giorni leggevo in maniera più approfondita lo ‘Sblocca Italia’ e mi sono reso conto che contiene una disposizione insidiosissima per tutti noi, che aumenta i rischi della nostra professione.

La "disposizione" prevede che tutti i soggetti della filiera dei trasporti devono effettuare i pagamenti per prestazioni relative ai contratti di trasporto su strada mediante strumenti di pagamento tracciabili, ciò indipendentemente dall’importo.

Inoltre è stato inserito l’obbligo, in capo ai professionisti, di comunicare al Mef eventuali infrazioni rilevate. Il fine è ovviamente quello di prevenire le infiltrazioni criminali, oltreché evitare il fenomeno del riciclaggio del denaro derivante da traffici illegali. Si consideri però che gli effetti sono tutt’altro che irrilevanti.

La norma chiarisce espressamente che sono tenuti al pagamento con strumenti tracciabili “tutti i soggetti della filiera dei trasporti”, per “le prestazioni rese in adempimento di un contratto di trasporto di merci su strada, di cui al Decreto Legislativo 21 novembre 2005, n. 286”.

In buon sostanza, cari colleghi, sapete cosa ci aspetta a seguito di siffatta disposizione? Ebbene, ci ritroveremo davanti a un ennesimo adempimento (con rischio di sanzione relativo) che si affianca a tutti quelli che già abbiamo in studio in tema di antiriciclaggio.

Laddove prima dovevamo verificare solo se il nostro cliente avesse fatto uso di contante per importi superiori a 999 euro, ora siamo chiamati anche a verificare se il cliente ha pagato un autotrasportatore, a prescindere dell'importo, quindi anche qualora fosse inferiore a 999 euro.

Pare proprio che il Legislatore non abbia alcuna idea del collasso che stiamo vivendo prima come contribuenti, poi come commercialisti. Noi siamo professionisti, non siamo né istituti di credito né agenti di polizia. Lo ripeto, siamo professionisti, o perlomeno vorremmo fare i professionisti! È dunque arrivato il momento che il nostro Consiglio Nazionale ne prenda atto e inizi a muoversi in maniera consona per rappresentare le nostre esigenze.

Penso che lo scenario che potrebbe prospettarsi sia chiaro a tutti. Prendiamo il caso di un nostro cliente piccolo artigiano. Supponiamo che questi ricorra a un autotrasportatore per un servizio di pochi euro. A questo punto il nostro compito sarà quello di verificare la tracciabilità del pagamento, in quanto la norma impone il pagamento tracciato anche se di importo inferiore ai 1.000 euro, disposizione che già esiste per tutte le altre operazioni in contante.

A conti fatti, ora oltre a controllare e monitorare i pagamenti e gli incassi superiori a 999 euro, dovremo anche posizionare le lenti d’ingrandimento sulle transazioni con cifre ridotte… Ad esempio, il piccolo imprenditore che ha pagato dieci euro al corriere dovrà chiarirci se ha usato un mezzo tracciabile o i contanti, in quest’ultimo caso dovremo comunicarlo altrimenti la sanzione minima spettante allo studio per la mancata comunicazione sarà di 3.000 euro ho detto bene e lo ripeto 3.000 euro.

Se questo significa ‘sbloccare’, allora io preferisco rimanere ‘bloccato’!! Ma stiamo scherzando? Come si fa a crescere se ci inseriscono norme che tarpano le ali? Che implicano ulteriori adempimenti? Noi commercialisti siamo esausti!

Di parole ne abbiamo dette abbastanza, ora è il caso di agire in maniera concreta. Anzi, usando le parole di Confucio, “il saggio preferisce essere lento a parlare, ma pronto ad agire”. E noi commercialisti preferiamo essere saggi!! Siamo pronto ad agire! Facciamoci sentire!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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