11 settembre 2014

F24 TELEMATICO: DA NOBEL L’INVENTORE

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
è sotto gli occhi di tutti che siamo in un periodo in cui le parole chiave sono due: semplificazione burocratica e taglio delle tasse. Se ne fa un gran parlare da più fronti, tanto da far pensare che siano concetti condivisi in maniera trasversale. E fa bene al cuore vedere che le forze politiche hanno scoperto in essi i germogli della ripresa. Tuttavia mi sono reso conto che se ne parla molto, ma si agisce poco. Accade sempre più spesso infatti di incontrare difficoltà nel capire le modalità per adempiere i provvedimenti legiferati, dei quali mal si comprende anche la logica adottata da chi li ha emanati. Ma sono, questi, dei luminari o degli sprovveduti?

Come tutti saprete dal prossimo 1° ottobre, a seguito di una disposizione contenuta nell’art.11 co.2 del D.L. 66/14, viene stabilito che anche i “privati” (più correttamente individuati come “soggetti non titolari di partita IVA”) dovranno, in determinate situazioni, utilizzare obbligatoriamente il canale telematico per i pagamenti eseguiti tramite modello F24, agli stessi è quindi preclusa la possibilità di recarsi presso uno sportello bancario e pagare comodamente il modello in forma cartacea.

L’obbligo vale solo per tre casi ben definiti, vale a dire qualora l’F24 rechi compensazioni che determinano un saldo finale di importo pari a zero; nell’eventualità che l’F24 rechi compensazioni che determinano un saldo finale di importo positivo; e nel caso in cui l’F24 rechi un saldo finale di importo superiore a mille euro. Dunque, il contribuente sprovvisto di partita IVA, il cosiddetto "privato", dovrà effettuare il pagamento del modello F24 nonché la relativa trasmissione telematica, obbligatoriamente e alternativamente utilizzando i canali “ufficiali” dell’Agenzia (Entratel o Fisconline) oppure facendo ricorso agli strumenti messi a disposizione degli intermediari della riscossione convenzionati, cioè le banche (sistemi home banking o CBI).

Ciò significa che dal prossimo primo ottobre, questo cittadino senza partita IVA per pagare un F24 di importo superiore a 1.000 euro non potrà più recarsi in banca per il pagamento in contante o con assegno. Quindi avrà due possibilità: affidarsi a un professionista per il pagamento dei propri F24 oppure entro il 1° Ottobre aprire un conto corrente e richiedere alla banca o alla posta il servizio di home o remote banking o addirittura identificarsi a Fisconline, il servizio internet delle Entrate che consente di compilare e spedire gli F24 telematici (F24 web, F24 online).
Ora, tenendo conto di tutti questi retroscena, proviamo a immaginare quanti contribuenti sono in grado da soli a casa di mettersi davanti a un pc e seguire la procedura telematica per il pagamento del modello F24.

Quindi, mi chiedo, ma di che tipo di semplificazione si tratta? O mi è sfuggito il significato del termine ‘semplificazione’ o davvero qualcosa non torna. E sì, perché qui le cose si complicano di giorno in giorno, rendendo la vita del contribuente medio un vero inferno. Sia rivolgersi a un professionista che aprire un nuovo conto corrente genera dei costi, che risulteranno aggiuntivi per i già fragili bilanci familiari. Quindi mi chiedo a cosa serva riempirsi la bocca di semplificazione e taglio delle tasse, se poi si continua a introdurre questi adempimenti inutili e costosi che non fanno altro che complicare la vita ai contribuenti.
Io ancora faccio fatica a capirlo e non sono l’unico in questa situazione. Accanto a me ci sono migliaia di italiani, cittadini e contribuenti onesti, che sono quotidianamente vessati e oppressi da un Fisco che invece di progredire e snellirsi, regredisce e si fa sempre più pesante.

Concludo dovendo dare ancora una volta, amaramente, ragione a Luciano Bianciardi, che scrisse all’incirca mezzo secolo fa che “la politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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