30 giugno 2015

FISCO: FINISCE ANCHE IL "RIPOSA IN PACE"

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,
purtroppo ben presto neanche nell'aldilà si riuscirà a Riposare In Pace. Sta infatti per arrivare quella che viene comunemente indicata come la ‘tassa sui morti’.

In buona sostanza, l’esecutivo sta elaborando un modo efficace per turbare la pace dei morti, oltreché dei vivi: si attende infatti un disegno di legge che dovrebbe riordinare la disciplina delle attività funerarie.

Intanto arriva sui servizi funebri l’IVA al 10%, in un settore in cui regnava l’esenzione. Per il momento sappiamo solo che tale aggravio sarà compensato, ci dicono, da un’estensione del tetto delle detrazioni delle spese funebri attualmente in vigore. Purtroppo però risulta quanto mai opportuno ricordare che questa “compensazione” non vale per le famiglie meno abbienti, in quanto avendo già detrazioni che coprono l’imposta, per loro sarà una nuova tassa che si aggiunge a tutte le altre. Come dire che il povero è destinato a rimanere povero.

A ciò si andrà ad aggiungere poi l’introduzione di una nuova tassa fissa di 30 euro per ogni operazione cimiteriale (cremazione, tumulazione, ecc.).

Infine lo stesso disegno di legge prevede l’obbligo per i comuni di destinare il 20% della Tasi incassata ai “cimiteri monumentali” affinché possano gestire i loro costi, che la nuova legge farà chiaramente lievitare.

Bene, il tutto porterà un aggravio del costo del “funerale” che, per effetto dell’introduzione dell’Iva al 10% in un settore in cui c’era l’esenzione, passerà dalla media attuale di circa 3.200 euro a quella di 3.500 euro.

E poi, ovviamente, dovendo il comune destinare obbligatoriamente il 20% della Tasi alla gestione del sistema cimiteriale, il risultato sarà che per poter garantire i bilanci comunali, questi enti locali aumenteranno ulteriormente le aliquote della Tasi.

Vi sembra anche questa un’ottima manovra per risollevare i consumi e far ripartire l’economia? Io ho qualche dubbio in proposito!

Voglio, ordino e comando che le spese funebri mi siano fatte nel più semplice e mero necessario, ed all'uso che si costuma per il più infimo dei cittadini”… Ecco, se Giuseppe Parini fosse morto oggi piuttosto che nel 1799, nessuno avrebbe potuto rispettare le sue ultime volontà! E di ciò avrebbe dovuto ringraziare il governo Renzi!
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