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Imu terreni montani: vergogna senza limiti

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
questa storia sta superando qualsiasi racconto di fantascienza. Mi riferisco chiaramente alla vicenda paradossale dell’Imu sui terreni agricoli montani. Proroga o non proroga? Tale è stato il dilemma degli ultimi giorni! Da come si erano messi gli eventi, pareva molto probabile che la situazione cedesse sulla seconda possibilità: cioè niente proroga! Tuttavia un consiglio dei ministri serale di venerdì 12 dicembre ci ha dato il responso: sì alla proroga! Lo slittamento al 26 gennaio 2015, ha fatto sapere il governo, "è diretto ad evitare che i contribuenti siano tenuti a versare l'imposta sulla base di aliquote troppo elevate".

Scampati alla possibilità che l’Imu terreni agricoli montani venisse versata da tutti i proprietari entro martedì 16 dicembre, ci ritroviamo però con una proroga a tre giorni dalla scadenza!

Il posticipo, sebbene preferibile al mantenimento della scadenza, ci lascia dunque insoddisfatti, in quanto ha dimostrato l’ennesima cattiva gestione di una scadenza fiscale. Perché? Beh, intanto la notizia è arrivata a ridosso della scadenza con circa ottanta giorni di ritardo, considerando che il decreto attuativo avrebbe dovuto essere emanato entro lo scorso 22 settembre. Ma passi questo, perché a conti fatti di una proroga avevamo bisogno. Tuttavia non ho mai capito a cosa servisse posticipare il pagamento di poco più di un mese, dal 16 dicembre 2014 al 26 gennaio 2015. Ma anche questo passi, perché è sotto gli occhi di tutti la necessità di avere più tempo per effettuare i relativi calcoli e avvisare tutti quei contribuenti, che non hanno mai pagato l’Imu su quei terreni. Certo, come ho affermato poc’anzi, è meglio una proroga fatta male di un pagamento immediato senza certezze e con calcoli affrettati.

Infatti, lo slittamento al 26 gennaio del pagamento Imu sui terreni agricoli montani ci ha salvati da uno scenario raccapricciante, nel quale milioni di proprietari di terreni senza esenzione avrebbero dovuto versare l’intero ammontare 2014 entro domani, martedì 16.

Altro pericolo scampato è quello relativo alla possibilità di rivedere attuata la medesima situazione vissuta con l’acconto Tasi di giugno, nel senso che la squadra esecutiva avrebbe potuto decidere di non sanzionare chi non fosse riuscito a pagare entro il 16 dicembre prossimo. Ma anche così sarebbe rimasto quell’enorme pantano in cui sguazza la cattiva gestione della cosa pubblica da parte di una politica sempre più distante dalle esigenze della gente comune, dalla quale però puntualmente pretende il voto.

Questo è quanto, ma ancora non v’è nulla di chiaro. Anzi, qualcosa di chiaro c’è e coincide col fatto che ci troviamo al cospetto della solita vergognosa indecisione del governo italiano, a prescindere dal colore indossato, e della mancanza di una forte protesta da parte della categoria. Ma ci rendiamo conto di cosa sta succedendo, ancora una volta, a tre giorni dalla scadenza?

Ma come si può pensare di andare avanti così? E come possiamo ancora permettere tutto ciò?

È l’ennesima dimostrazione che chi ci governa mette avanti solo parole, lasciando nell’oblio i fatti!

Ma dove vogliamo andare di questo passo?
È amaro vedere quindi che non accade quanto andava sostenendo Confucio, secondo il quale “il saggio si vergogna di vedere le proprie parole eccedere le proprie azioni”. Qui non si vergogna nessuno! Purtroppo!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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