23 agosto 2013

LA TERRA PROMESSA

A cura di Antonio Gigliotti

Carissimi amici e colleghi,

sono convinto che senza una buona dose di ottimismo non si possa uscire dalla crisi. Pertanto ben vengano gli atteggiamenti positivi sulla ripresa, a patto però che siano legati alle reali possibilità del Paese. Dunque, pur ritenendo vantaggioso il pensiero ottimista che ci vuole vincenti e con la recessione ormai alle spalle, ritengo che non si possano cancellare con un colpo di spugna le vere condizioni economiche e finanziarie che stanno caratterizzando il circuito produttivo e commerciale italiano. Pertanto faccio fatica ad accettare con cieca fiducia e totale assenso le recenti affermazioni del presidente del Consiglio, Enrico Letta, secondo cui siamo ormai vicini alla cosiddetta ‘terra promessa’.

Non è vero! Non so quali film abbia visto di recente il presidente Letta, ma di certo nessuno che descriva la reale situazione della Penisola. Io vivo al sud, ma mi sposto quotidianamente per lavoro al nord, e posso testimoniare che la crisi è ancora lontana dall’essere superata, al sud così come al nord. Persino i dati, elaborati di recente, da enti quali la Cgia di Mestre, sottolineano come nel Meridione sia ancora molto difficile fronteggiare la grave congiuntura economica che stiamo attraversando.

L’ente veneto, nello specifico, si è soffermato sui disagi che i nuclei familiari vivono nel momento in cui necessitano di crediti bancari. Ebbene, si tratta di veri e propri miraggi! Il credit crunch ha tagliato le opportunità finanziarie alle famiglie e a farne le spese sono soprattutto quelle che risiedono al sud. Nel Mezzogiorno, secondo le stime della Cgia di Mestre, le difficoltà per l’ottenimento del prestito concorrono a incentivare il rischio usura. Un pericolo alimentato da fattori come le esigue opportunità lavorative, i tassi di interesse molto alti, le sofferenze maggiori, pochi sportelli bancari e un numero molto alto di protesti. Il rischio si fa più acuto in Campagna (a 169,2), in Basilicata (a 159,2), in Molise (a 153,1), in Calabria (a 150,4) e in Puglia (a 139).

È quindi chiaro che la ‘terra promessa’ avvistata dal presidente Letta sia, al momento, solo un miraggio. Se non si appianano i disequilibri sociali ed economici, ci allontaneremo sempre di più dalla meta salvifica che coincide con l’uscita dalla crisi.

Ora, è chiaro che il sud sia maggiormente svantaggiato, ma da meridionale non posso non riconoscere come l’incapacità dei nostri politici meridionali e la poca voglia di lavorare siano certamente stati due fattori che hanno generato una spaccatura rispetto al resto d’Italia, accentuando le differenze tra il nord e il sud. Per tali ragioni non comprendo le belle affermazioni del presidente Letta, che risultano quanto mai lontane dalla realtà.

In definitiva, pare assai vero quanto affermava più di un secolo fa il patriota italiano Carlo Bini, secondo il quale “la politica è il governo dell'opinione”. Ciascuno dice la sua, senza preoccuparsi dei legami veri, supposti o eventuali con la realtà. Intanto la vita va avanti e i problemi irrisolti sembrano destinati a rimanere tali ancora per molto tempo!
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