4 marzo 2021

Le basi fiscali dell’ideologia dei pagamenti elettronici

Autore: Direttore Antonio Gigliotti
L’Enciclopedia Treccani definisce “ideologia” il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori, che orientano un determinato gruppo sociale.

C’è da chiedersi, dunque, quale sia quell’insieme di credenze ed opinioni di background che stanno alla base di iniziative di pagamento elettronico come il Cashback, lanciato lo scorso dicembre.

La base fiscale dell’ideologia dei pagamenti elettronici affonda le sue radici lontano nel tempo, ma inizia a farsi largo con in maniera scalare con crisi generate dalla pandemia da Covid-19. In modo particolare la ritroviamo in un documento a firma del Comitato di esperti in materia economica e sociale (tra cui compare anche la firma dell’attuale Ministro per la transizione digitale, Vittorio Colao) e dal titolo Iniziative per il rilancio “Italia 2020-2022”.

Nella sezione Passaggio a pagamenti elettronici si legge:
  • “(i) Incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici (PA, esercizi commerciali e soprattutto servizi e prestazioni) tramite: deduzioni/detrazioni dall’IRPEF, lotterie instant win, credito d’imposta per gli esercenti e accordi con il sistema bancario per riduzione delle commissioni. (ii) Rendere effettive ed eventualmente inasprire le sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di POS o con POS non funzionante. (iii) Scoraggiare l’uso del contante per ammontari rilevanti attraverso la riduzione di limiti ai pagamenti in contanti nonché disincentivi al ritiro e all’utilizzo degli stessi (ad es. anticipo fiscale a valere sui prelievi di contante)”.

Stando al documento redatto da questa task force di esperti in ambito economico e sociale, in Italia l’85% delle operazioni avviene ancora in contante (“l’Italia è il 23esimo Paese tra i 27 dell’Unione Europea per transazioni con carta e moneta elettronica”), mentre svariati studi dimostrano come ci sia anche una stretta correlazione tra l’uso del contante e l’economia sommersa (dal valore di 170 miliardi di euro).

Una tesi che emerge di gran forza anche nel Documento di Economia e Finanza 2020 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in cui la sostituzione dei contanti con i pagamenti elettronici viene identificata quale strumento essenziale per la riduzione del tax gap, ovvero il “divario tra il gettito teorico, ossia quanto il contribuente dovrebbe teoricamente versare secondo un modello benchmark di tassazione e il gettito potenziale, quanto cioè viene effettivamente riscosso”.

La progressiva digitalizzazione dei pagamenti si aggiungerebbe cosi ad altre misure messe in atto negli anni trascorsi per porre un freno all’evasione quali, per esempio, l’obbligo della fatturazione elettronica e l’obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi.
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