23 settembre 2014

TASI: IL VALZER DEI NUMERI

A cura di Antonio Gigliotti

197.350, 28, 2.500, 16. No, cari amici e colleghi, non sto dando i numeri! È vero che, come tutti voi, ho il cervello fuso a causa di adempimenti inutili e scadenze accavallate, ma non sono ancora uscito di senno. Questi sono numeri, ma non sciorinati a caso. Sono i numeri della Tasi e dell’Imu, tributo sui servizi indivisibili erogati dai Comuni.

197.350 sono le aliquote Iuc (Tasi e Imu) già emanate. 28 è il giorno di settembre entro il quale c’è tempo per deliberare le aliquote Imu mancanti. 2.500 sono i Comuni che ancora devono emanarle. 16 è il giorno di ottobre per il quale è fissata la deadline del pagamento Tasi. Dunque, appurato che non ho buttato nel mucchio cifre senza fondamento, possiamo continuare con la nostra riflessione, che in realtà è quella che ci sta accompagnando da mesi e che prima ancora aveva caratterizzato il capitolo (lungo) sull’Imu.

Abbiamo una tassa che nessuno vuole, che nessuno conosce, per la quale in molti casi non si sa neanche quanto pagare, anche perché il problema non sorge solo nei Comuni senza delibere, ma altresì in quelli che le hanno emanate. In quest’ultimo caso infatti la mole delle delibere è di un’entità tale da rendere difficile l’individuazione dell’esatto importo, ciò con la buona pace di contribuenti e commercialisti che dovranno quadruplicare il tempo da dedicare al pagamento delle imposte.

È vero, non v’è nulla di nuovo in quello che sto dicendo. L’ho già detto, ne ho già scritto, voi stessi lo avete confermato. Siano nel caos più totale e, in tutta sincerità, non sono neanche sicuro che ci sia una strada per venirne a capo. Senza dimenticare che il 16 ottobre potrebbe ripresentarsi il medesimo scenario di giugno, quando era stata concessa una sorta di proroga a ridosso della scadenza stessa.

Ora, è chiaro che la questione Tasi si trascina dietro paradossi e anomalie che, per certi versi, avevamo già conosciuto con l’Imu, capitolo tra l’altro ancora aperto. Al momento siamo tutti dentro un grande enigma. Abbiamo 7.405 Comuni che hanno già deliberato, con in media 13 aliquote ciascuno per un totale di 98.155, alle quali vanno ad aggiungersi le 99.195 aliquote Imu e si raggiunge il già citato totale di 197.350. Sul fronte Imu i Comuni che hanno deliberato sono 5.573 con 18 aliquote (in media) ciascuno e ben 952 tipologie differenti. Per quel che concerne la Tasi, le tipologie sono 1.221 e le detrazioni in totale sono 9.774, mentre le detrazioni Imu sono 28.043 e in riferimento a queste ultime vi sono ben 13 diverse tipologie. Insomma, un nodo strettissimo, con tanti numeri e tanti soldi, ma ancora poca chiarezza. Una delibera infatti può arrivare a essere composta da oltre 400 pagine, considerando che quelle meno corpose ne hanno all’incirca 60.

Come faremo a uscirne?

Nei giorni scorsi parlavamo di paradossi. Ora, l’intera questione Tasi e Imu è un grande paradosso. Abbiamo visto che sarà senza dubbio difficile leggere e interpretare queste lunghissime delibere, pertanto nella maggior parte dei casi i contribuenti dovranno avvalersi di un intermediario fiscale che implica un ulteriore costo, senza considerare la perdita di tempo nel caso di prevedibilissimi errori nei conteggi. Il contribuente non solo dovrà pagare la tassa, ma dovrà anche farsi carico di queste spese. Si tenga inoltre presente che la norma ‘semplificatrice’ di inviare il bollettino precompilato a domicilio prevista dalla legge di stabilità è stata convertita in facoltà da un decreto successivo, generando ulteriori perdite di tempo.

Poi, contrariamente a quanto avveniva con l’Imu, la Tasi dovrà essere pagata anche dall’inquilino per una percentuale oscillante dal 10 al 30%: si spenderà tempo e denaro per fare calcoli che il più delle volte potrebbero rivelarsi inutili, in quanto potrebbe uscire una somma pari a 10 euro che essendo al limite della soglia di 12 euro non dovrà essere versata. E infine proprio il 16 ottobre dovremo fare i conti con l’F24 telematico.

Insomma, un autunno di fuoco!

Intanto questi luminari non hanno preso in considerazione un altro aspetto di rilevante importanza: quello legato ai consumi. Cosa c’entrano i consumi con la Tasi? Ebbene, se questa nostra Amministrazione Finanziaria non è in grado di programmare un sistema fiscale puntuale e preciso, nel quale si sappia già in largo anticipo quanto e come pagare, i poveri contribuenti inizieranno a evitare spese inutili al fine di trovarsi senza liquidità al momento di pagare le tasse. Insomma, metteranno un freno ai consumi che, diciamoci la verità, non stanno vivendo un periodo roseo.

Così la ruota gira senza che il nostro Paese ne tragga alcun beneficio, anzi ne fa le spese giorno dopo giorno con cittadini/contribuenti oppressi da un Fisco ingordo e incapace di esprimersi in maniera chiara e puntuale!

Vorrei pertanto concludere con le forti parole scritte da Giuseppe D’Oria sul suo blog, in merito ai tanti proclami diffusi in pompa magna dai politicanti. “Non ci si accorge che, in tal modo, si inventa un formidabile castello di attese, poggiato sulle sabbie del forse e di probabili illusioni. Il silenzio o almeno la compostezza è sempre un’aurea virtù”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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