28 settembre 2015

Voluntary e proroga: vince sempre l’incompetenza

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

la beffa della proroga della voluntary disclosure è sotto gli occhi di tutti. Il 25 settembre scorso il Consiglio dei ministri avrebbe dovuto disporre un rinvio dei termini, ufficialmente posti al 30 settembre (ossia mercoledì). Purtroppo però, stando a quanto ha prontamente comunicato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, pare che a causa di una questione tecnica di lavori di Consiglio, il decreto sulla proroga abbia dovuto subire uno slittamento. Sì, ma a quando? Ebbene, come nella migliore tradizione dei governi italiani degli ultimi anni, il Consiglio dei ministri che dovrà decidere in merito a un proroga della scadenza posta al 30 settembre si terrà… martedì 29 settembre!!! Rimango a bocca aperta! Senza parole!

Certo, ben vengano le rassicurazioni da parte di noti esponenti della squadra esecutiva, che in questi giorni si stanno sgolando nel tentativo di tranquillizzarci, dicendoci che la volontà di procedere con la proroga c’è, la questione del ritardo nel deciderla è solo un aspetto meramente ‘tecnico-procedurale’.

Ebbene, mi chiedo se non provano un po’ di vergogna! Vergogna per queste continue prese in giro, per queste beffe ai danni dei contribuenti, in primis, e poi anche nei nostri confronti, in quanto intermediari fiscali. Le giornate passano tra slogan elettorali, talk show televisivi e tweet adolescenziali, e mentre il tempo utile scorre vie tra attività inutili, quelle essenziali non trovano spazio in agenda. È triste! È amaro!

Ancora una volta la realtà vissuta, quella quotidiana della nostra vita negli studi, supera di gran lunga quella raccontata in maniera falsa ed edulcorata in tv. Non esiste alcuna distensione nei rapporti tra i contribuenti e il Fisco né tra quest’ultimo e i professionisti abilitati a svolgere la funzione di intermediari, come appunto noi commercialisti. Non esiste nessun Fisco Amico se non nelle fantasie di chi ci governa.

Parlano di rispetto reciproco. Ma quale rispetto? Loro, quelli che poltriscono nelle alte sfere, hanno rispetto solo per i propri interessi: noi rimaniamo nell’oblio, ignorati da chi dovrebbe invece tutelarci. Faccio mia quindi la riflessione del poliedrico letterato tedesco Thomas Bernhard, quando affermò che “i paroloni e le frasi altisonanti io li ho sempre presi per quello che sono: manifestazioni di incompetenza alle quali non bisogna far caso”. Incompetenza, solo becera incompetenza.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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