In attesa che venga posto in essere il sostegno alle imprese, con il decreto del 16 marzo “Cura Italia”, le aziende devono far fronte, oltre che alla riduzione della domanda, anche alle problematiche con i fornitori.
Attualmente, molte aziende che hanno rapporti saldi e di lunga durata con fornitori si stanno concentrando sul trovare misure temporanee di stabilizzazione.
Il Covid-19 sta spostando le aziende a presagire modifiche strategiche a più lungo termine, sta rimodulando il modo di pensare, controllare e gestire i rischi e i piani di business.
L’analisi della situazione porta a suggerire
sette azioni che possono essere utili per qualsiasi organizzazione:
1.
Proteggere i dipendenti: la situazione attuale è destrutturante e critica, le aziende devono promuovere un comunicazione costante e un confronto continuo con i propri dipendenti, ascoltando le loro bisogni e dando strumenti di appoggio.
2. Realizzare un team di risposta COVID-19 interfunzionale: tale équipe deve avere un contatto diretto con il CEO e ruoli chiaramente definiti, che si occupino di mansioni al di fuori dell’ordinario:
- monitorare salute benessere e capacità dei dipendenti di svolgere il proprio ruolo;
- svolgere prove di stress finanziario e sviluppare un piano di emergenza;
- monitorare la catena di rifornimento, la capacità di risposta e resilienza a lungo termine;
- progettare nuove strategie di marketing e di vendita.
Gli obiettivi dei diversi gruppi del team dovrebbero essere rivisti e ridefiniti ogni 48 ore e prevedere resoconti almeno settimanali.
3.
Assicurarsi che la liquidità sia adeguata per opporsi alla crisi: ciò implica che le variabili critiche che agiscono su costi e ricavi vengano tradotte in valori numerici, con l’aiuto di esperti, che verranno adoperati per modellare i dati finanziari dell’azienda (flusso di cassa, conto economico, stato patrimoniale), in ogni scenario e per identificare i fattori che potrebbero danneggiare significativamente il cash flow.
Per ciascuna di questi ipotesi, le imprese dovrebbero preventivare le azioni necessarie per stabilizzare la programmazione (come ad esempio ottimizzare i conti, ridurre i costi, valutare eventuali disinvestimenti, fusioni e acquisizioni).
4.
Stabilizzare la catena di fornitura: le aziende devono in primo luogo delineare con chiarezza l’estensione e le esposizioni della propria catena di fornitura, con particolare riguardo alle aree più colpite dal virus. Nell’immediato vanno considerate azioni come la ottimizzazione delle scorte, la portata delle capacità di trasporto, l’utilizzo degli stock per resistere fino al riavvio delle attività.
Non deve al contempo essere trascurata la pianificazione del “dopo”, anticipando eventuali picchi nella domanda.
L’attuale contesto può anche rappresentare il momento giusto per ottimizzare la propria rete, qualificare i fornitori e nell'ipotesi cercarne di nuovi, per razionalizzare la propria supply chain sulla base di un approccio risk based.
5.
Analisi del mercato di vendita: le aziende che gestiscono meglio le sospensioni solitamente sono quelle che investono nell’analisi della clientela e ne anticipano i comportamenti. In Cina, ad esempio, la domanda più che essere ridotta è cambiata: i consumatori si sono spostati in massa verso l’online, preferendo l’e-commerce per tutti i tipi di prodotti, compresi gli alimentari.
È molto probabile che una buona percentuale dei clienti si perda, neanche a situazione normalizzata, alle modalità tipiche, ed è quindi importante che le aziende riflettano sui propri investimenti digitali.
6.
Prepararsi alle crisi: l’errore di molte imprese, anche di grandi dimensioni, è quello di non prevedere i blocchi, di non simularle, di non esaminare come affrontarle, finché non si concretizzano. Non è possibile gestire un rischio senza un piano di Risk management. Programmare i protocolli da mettere in atto a seconda delle situazioni, assegnare prima cariche e responsabilità, garantire che le funzioni siano chiare, che la comunicazione possa continuare: practice the plan.
7.
Condividere obiettivi e valori: la forza di una pianificazione dipende dalla forza della comunità di cui fa parte.
Soprattutto nei momenti di crisi, le Imprese devono comprende come supportare il territorio, quali azioni fare per promuovere la ripresa collettiva.
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