3 marzo 2021

Il compenso nella revisione legale

Articolo 10, comma 10, D.Lgs. 39/2010

Autore: Franco Rubino e Alfonso Falace
La vigente normativa per la determinazione del compenso relativo alla revisione legale impone, al Revisore Legale, una preliminare stima di risorse e tempi (cd Piano di Revisione) e uno specifico controllo (cd controllo qualità) da parte del Mef.

Le attività di valutazione devono essere svolte rispettando rigorosamente la normativa e i principi di revisione di riferimento.

Il Revisore Legale, per svolgere la propria attività in maniera professionale e nel rispetto degli standard qualitativi ed affidabili basati sulla migliore prassi (best practices), deve necessariamente determinare un compenso “oggettivamente” adeguato al lavoro da svolgere.

La determinazione del corrispettivo deve essere effettuata mediante una attenta stima di risorse professionali ed ore impegnate e deve essere opportunamente documentata.

Il Legislatore ha espressamente chiarito che: un adeguato compenso (il cosiddetto “giusto compenso”) è indice di affidabilità e qualità del lavoro di revisione legale.

Nella stima delle risorse professionali e delle ore da impiegare nello svolgimento del lavoro bisogna aver riguardo:
  • della dimensione, delle caratteristiche, della struttura patrimoniale, finanziaria ed economica dell’impresa;
  • all’autovalutazione dell’adeguatezza delle proprie capacità e conoscenze professionali rispetto a quelle necessarie per il normale svolgimento del lavoro;
  • alla necessità di sequela dei principi di revisione;
  • alla valutazione della qualità del lavoro di revisione da svolgere che si baserà sulla verifica delle procedure da seguire per la quantificazione di un corrispettivo proporzionato all’effettivo lavoro secondo i criteri stabiliti dalla legge.

A tal proposito è il caso di sottolineare che, qualora il compenso per l’attività di revisione legale dovesse risultare inadeguato o determinato forfettariamente oppure quantificato sulla scorta di una inidonea stima di ore e risorse impegnate o, peggio ancora, se non supportato dalle relative carte di lavoro, sarà ritenuto “contra legem” oltre ad essere indicativo di assenza di qualità del lavoro svolto dal Revisore Legale relativamente alla fase di accettazione (o mantenimento) dell’incarico.

Considerando quanto sopra brevemente illustrato è opportuno trarre le seguenti conclusioni:
  • il Revisore Legale ha il dovere, prima di tutto, di valutare bene se possiede o meno le necessarie risorse per poter assolvere all’incarico proposto sia in termini di competenze professionali che di disponibilità di tempo da dedicare all’esecuzione dell’incarico (andranno quindi considerati eventuali altri impegni professionali già assunti ed altri ragionevolmente prevedibili). Ovviamente l’eventuale assenza di uno o più dei predetti requisiti potrà comunque essere integrata attraverso l’utilizzo di dipendenti, collaboratori, ausiliari ed esperti;
  • non è possibile elaborare un algoritmo unico per la determinazione del compenso in quanto le variabili da considerare sono molteplici e, pertanto, ogni Revisore Legale dovrà costituirsi una propria metodologia di stima documentandola opportunamente.

Il metodo per calcolare il compenso si basa su un numero di ore standard tenendo presente le dimensioni strutturali ed operative dell’azienda, le rischiosità del settore in cui opera e le rischiosità specifiche.
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