17 febbraio 2021

PMI valutazione rischi

Autore: Franco Rubino
Le Piccole e Medie Imprese Italiane si contraddistinguono per la scarsa o addirittura assente struttura organizzativa. Tale fenomeno continua ad esserci per la scarsa volontà, da parte degli Imprenditori, al cambiamento specie nelle aziende di famiglia (le più diffuse sul nostro paese). Il primo approccio, del Revisore Legale, per revisionare società di queste entità è quello di applicare dettagliate verifiche su tutte le voci di bilancio. Tuttavia, prima di passare alla fase di revisione, bisogna comunque svolgere adeguate procedure di pianificazione, indispensabili per l’accettazione o meno dell’incarico.

Nel nostro scenario economico le PMI costituiscono uno dei maggiori elementi di sostegno, assumendo un ruolo dominante rispetto alle aziende di grandi dimensioni. Il DM del 18/04/2005 di recepimento della direttiva n. 2003/361/CE del 6 maggio 2003, definisce Piccola o Media Impresa tutte quelle attività economiche che presentino congiuntamente le seguenti caratteristiche:
  • numero di dipendenti inferiore a 250 unità;
  • ammontare di fatturato annuo inferiore a 50 milioni di Euro, oppure un totale di bilancio inferiore a 43 milioni di Euro;
  • il requisito dell’autonomia.

Le PMI sono poi suddivise, a secondo delle dimensioni, in: Micro, Piccole e Medie Imprese.

Nella prassi operativa il termine di PMI viene utilizzato per indicare quelle Imprese con una struttura organizzativa semplice, molte volte costituite nella forma di società a responsabilità limitata dove l’amministratore unico o il Consiglio di Amministrazione e formato dagli stessi soci (generalmente familiari).

Secondo i principi di revisione ISA viene definita “impresa di dimensioni minori” l’impresa che presenta una o più delle seguenti caratteristiche:
  • accentramento limitato a pochi soggetti (proprietà e direzione), molte volte uno solo;
  • le operazioni svolte sono poco complesse;
  • operazioni contabili semplici;
  • numeri di attività svolte e beni per ciascuna linea di attività molto contenuti;
  • scarsi o mancanti controlli interni;
  • un numero limitato di livelli direzionali con responsabilità di un’ampia gamma di controlli;
  • un contenuto numero di dipendenti che talvolta svolgono una pluralità di mansioni anche in diversi ambiti.

Nelle aziende strutturate invece la proprietà e il controllo dell’impresa sono affidati a soggetti differenti. I proprietari dell’impresa (detentori di quote/azionisti) affidano la gestione dell’impresa a manager con specifiche finalità per il raggiungimento di determinate performance. Nelle aziende di minori dimensioni, mentre, la proprietà normalmente coincide con il controllo. Cioè lo stesso imprenditore, fondatore dell’impresa, riveste anche il ruolo di manager, oltre a quello di azionista o socio.

Questo soggetto, nei principi di revisione viene definito con il termine “proprietario-amministratore” per sottolineare la concentrazione dei ruoli in capo alla stessa persona coinvolta direttamente nell’attività produttiva dell’azienda.

Nelle PMI, poi, da un punto di vista organizzativo, non esiste un’adeguata separazione delle funzioni a causa di un esiguo numero di dipendenti, i quali tra l’altro, svolgono molteplici mansioni anche diverse tra loro e, magari anche senza direzione ne controllo.

Tutto ciò, come si può ben intuire, porta a ridurre notevolmente la valenza e l’affidabilità dei sistemi interni di controllo con evidente aumento del livello di rischio a cui è sottoposta l’attività di revisione legale.

Proprio in virtù di quanto sopra detto, il Revisore Legale prima di passare a svolgere i vari test sulle singole voci di bilancio, deve indispensabilmente valutare quali sono i potenziali rischi di errori significativi. Per poter effettuare tale operazione, il Revisore Legale, deve prima di tutto, approfondire la conoscenza dell’impresa ed il contesto in cui essa opera. Questa attività, a differenza di quella effettuata nelle grandi aziende, nelle PMI è abbastanza complicata in quanto manca l’elemento essenziale: cioè l’organizzazione.

Le difficolta che il Revisore Legale incontra nelle PMI non deriva dalla complessità del lavoro da svolgere ma dalla necessità di possedere adeguate conoscenze del settore in cui l’impresa opera. Infatti la maggioranza delle PMI non sono in grado di fornire al Revisore tutte le necessarie informazioni utili ad effettuare una approfondita valutazione della stessa azienda. Per esempio, non sono in grado di dare informazioni sui rischi di business, l’informativa di bilancio obbligatoria in merito al settore di attività in cui operano, i parametri per la continuità aziendale, le notizie sul mercato di riferimento, i dati di produzione ecc.

Il Revisore Legale, una volta identificato e valutato i rischi aziendali significativi, deve iniziare ad operare predisponendo tutta la necessaria documentazione e le linee guida per il prosieguo dell’incarico. Nello specifico, Il Revisore Legale, comincia con redigere:
  • la strategia generale di revisione;
  • il piano di revisione.

I due documenti (essenziali carte di lavoro) hanno le seguenti caratteristiche: sequenzialità, iterazione e complementarità. Essi sono sequenziali in quanto la strategia generale di revisione precede il piano; interazione tra i due documenti, visto che la modifica di uno può portare a rivedere l’altro; infine, essi sono complementari poiché svolgono funzioni diverse, ma è solo la combinazione degli stessi a garantire la corretta programmazione del lavoro.

È anche opportuno precisare che, alle predette caratteristiche, è possibile aggiungerne una ulteriore, cioè, la dinamicità, in quanto, il Revisore Legale può provvedere all’aggiornamento e alla modifica dei due documenti di pianificazione, quando è necessario, durante lo svolgimento dell’incarico.

La strategia generale di revisione viene impostata in seguito alle attività preliminari di accettazione o mantenimento dell’incarico. Tale documento sarà aggiornato al termine della fase di pianificazione, ovvero nel momento in cui il Revisore ha identificato e valutato, con scetticismo professionale, i rischi aziendali significativi. La strategia generale di revisione serve a stabilire: estensione, tempistica e direzione nonché la successiva guida alla predisposizione del piano di revisione. In essa sono riportate le aree più significative da controllare, il tempo dedicato per il controllo, le risorse assegnate allo svolgimento delle mansioni e i dettagli sull’attività di riesame.

Il piano di revisione, redatto in base a quanto previsto nella strategia generale, prevede il dettaglio operativo del lavoro di revisione. Infatti esso raccoglie la natura, la tempistica e l’estensione delle procedure di revisione pianificate. Nello specifico, il piano dovrà contenere i dettagli sulle procedure di revisione che il Revisore Legale dovrà eseguire nel triennio dell’incarico. Nella pratica il Revisore Legale predisporrà: un memorandum per schematizzare la strategia di revisione, delle check list ed il programma per la formalizzazione del piano di audit.

È comunque il caso di sottolineare che, il Revisore Legale, pur trattandosi di Imprese di minori dimensioni, non può prescindere dal seguire la metodologia operativa contenuta nei principi di revisione.

Quindi la fase di pianificazione è sempre contraddistinta dalla strategia generale di revisione e dal piano di revisione. Questi due documenti sono fondamentali e devono essere redatti con la massima attenzione ed accuratezza anche nel controllo di una PMI.
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