Nel panorama normativo dell'anno 2023, uno dei punti di riferimento più significativi è rappresentato dalla norma di comportamento n. 221, pubblicata a luglio, promulgata dall'Associazione Italiana dei Dottori Commercialisti (AIDC). Questa disposizione ha attirato l'attenzione sulle implicazioni fiscali delle correzioni agli errori contabili, in particolare per le aziende che adottano il principio di derivazione rafforzata e che sottopongono il proprio bilancio a revisione legale dei conti. L'articolo 83, comma 1 del Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 917/1986, comunemente noto come TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi), è stato oggetto di questa riflessione.
La riforma fiscale del 2022, introdotta dall'articolo 8, comma 1, lett. b) del Decreto-legge n. 73/2022, noto come Decreto Semplificazioni e successivamente convertito nella Legge n. 122/2022, ha introdotto significative modifiche all'articolo 83 del TUIR. Queste modifiche hanno stabilito che i criteri di imputazione temporale previsti dai principi contabili si applicano anche ai fini fiscali per le poste contabilizzate a seguito della correzione degli errori contabili a partire dal periodo d'imposta in corso al 22 giugno 2022.
In virtù di queste modifiche, i contribuenti che adottano il principio di derivazione rafforzata e che sottopongono il proprio bilancio a revisione legale dei conti non sono più tenuti a correggere gli errori contabili, ai fini fiscali, attraverso la presentazione di una dichiarazione integrativa relativa al periodo d'imposta in cui l'errore è stato commesso. Questa semplificazione rappresenta un passo significativo verso una maggiore chiarezza e coerenza nella regolamentazione fiscale delle correzioni contabili.
Va sottolineato che, secondo il documento n. 29 dell'Organismo Italiano di Contabilità (OIC), la correzione degli errori commessi in esercizi precedenti viene contabilizzata in modo diverso a seconda della loro rilevanza:
- errori non rilevanti: Questi errori vengono registrati nel Conto Economico in cui l'errore è stato individuato.
- errori rilevanti: Si tratta di errori capaci di influire sulle decisioni economiche basate sul bilancio e colpiscono il saldo di apertura del patrimonio netto dell'esercizio in cui l'errore è stato scoperto. Questi errori sono trattati in modo particolare.
La novità introdotta dall'articolo 83, comma 1 del TUIR è che i criteri di imputazione temporale previsti dai principi contabili, ai quali si aggiungono i criteri di qualificazione e classificazione afferenti al principio di derivazione rafforzata, sono riconosciuti ai fini fiscali anche per le poste contabili che risultano dalla correzione degli errori contabili.
Questo significa che la correzione di tali errori viene ritenuta fiscalmente rilevante nell'esercizio in cui avviene la correzione stessa, senza la necessità di presentare una dichiarazione integrativa relativa all'anno in cui si è verificato l'errore.
Tuttavia, è importante notare che esistono alcune eccezioni a questa regola. La disciplina della rilevanza fiscale delle correzioni contabili di cui all'articolo 83, comma 1 del DPR 917/1986 non si applica ai seguenti casi:
- scadenza dei Termini: Nel caso in cui siano già scaduti i termini per la presentazione della dichiarazione integrativa di cui all'articolo 2, comma 8 del DPR 322/1998 per i componenti negativi di reddito, la rilevanza fiscale delle correzioni degli errori contabili non è più possibile.
- acquiescenza all'Atto Impositivo: Inoltre, la disciplina non si applica nel caso in cui il contribuente acconsenta all'atto impositivo con il quale l'Agenzia delle Entrate contesta l'errore contabile e provvede a rettificare l'imponibile. In questa situazione, la correzione dell'errore è trattata secondo le disposizioni dell'atto impositivo.
In conclusione, la riforma fiscale del 2023 ha portato chiarezza e semplificazione alle procedure relative alla correzione degli errori contabili per le aziende che adottano il principio di derivazione rafforzata e sottopongono il bilancio a revisione legale dei conti. La rilevanza fiscale delle correzioni è ora automaticamente riconosciuta nell'esercizio in cui avviene la correzione stessa, eliminando la necessità di dichiarazioni integrative in determinate situazioni. Tuttavia, è essenziale prestare attenzione alle eccezioni previste dalla legge, come la scadenza dei termini o l'acquiescenza all'atto impositivo, che possono influire sull'applicazione di queste norme.