22 aprile 2020

Procedure di revisione per i Crediti verso Clienti

Prima parte

Autore: Giovanni Colombi
La delicatezza della voce di bilancio rappresentata dall’aggregato dei crediti v/s clienti è ampiamente nota tanto ai Colleghi che agiscono quali consulenti delle società che redigono il bilancio quanto a coloro che il bilancio lo devono revisionare.

Con questo contributo, strutturato in due parti, cercheremo di analizzarne insieme le tappe fondamentali del processo di revisione.

Tipologia delle procedure - Come ogni voce di bilancio, anche i crediti v/s clienti sono interessati, per quanto attiene al loro processo di revisione, tanto da procedure di conformità, tese cioè a misurare l’efficacia dei processi di controllo interno in termini di prevenzione, individuazione e correzione di errori significativi; quanto da procedure di validità, finalizzate ad individuare errori significativi nelle singole asserzioni.

Nella fase della pianificazione del lavoro di revisione vengono poste in essere sia le une che le altre.

Le procedure di conformità sono caratterizzate da tutta una serie di attività che il Revisore pone in essere interagendo con la struttura dell’azienda, attraverso interviste al personale amministrativo, indagini ed ispezioni documentali e relativi riscontri nonché osservando e mappando il processo amministrativo e contabile, così da evidenziare, da tutto quanto sopra descritto, eventuali lacune nel sistema di controllo interno. Con particolare riferimento all’aggregato dei crediti V/s Clienti, il Revisore ripercorre, con riguardo ad un campione di transazioni, il flusso dei documenti ed il conseguente loro trattamento contabile, partendo dalla ricezione dell’ordine sino alla registrazione dell’incasso.

Le procedure di validità, nella fase di pianificazione del lavoro di revisione, permettono di identificare le aree critiche sulle quali concentrare l’attenzione attraverso la previsione di specifici interventi mirati.

Dalla combinazione dei risultati che scaturiscono dalle procedure di conformità e di validità, discende il grado di affidabilità che il sistema dei controlli interni acquista agli occhi del Revisore e di conseguenza la pervasività delle verifiche sostanziali che verranno pianificate e che si sostanzieranno nell’esame della documentazione aziendale e nella ricerca di riscontri.

Verifiche di dettaglio - Una volta definito il programma di revisione occorre porre in essere le procedure di verifica di dettaglio. Esse si fondano sull’assunto che il fine di tali procedure è la verifica che il processo di contabilizzazione di determinati accadimenti di gestione sia corretto e generi conseguentemente saldi di bilancio esatti.
Operativamente vengono svolte una pluralità di attività che vanno dalla ricerca di riscontri esterni ai saldi della contabilità aziendale (circolarizzazioni), alla selezione di determinati conti di bilancio o classi di operazioni, verificandone la corretta rilevazione contabile ed effettuando, ove necessario in base alla natura dell’oggetto indagato, eventuali ricalcoli (si pensi a molte scritture di assestamento) e le necessarie riconciliazioni.

La circolarizzazione - Sul versante dei crediti V/s clienti la procedura di revisione fondamentale è rappresentata dalla circolarizzazione. Attraverso questa operazione, come noto, il Revisore richiede ad un campione di clienti di confermare, o meno, il saldo come risultante dalla contabilità aziendale.

Il Revisore, in primis, deve selezionare adeguatamente il campione da “interpellare” ed in questo caso le tecniche cambiano a seconda dell’ampiezza dell’universo statistico da indagare, ma in ogni caso esso deve essere ritenuto significativo dal Revisore stesso che lo individuerà sulla base, anche, delle valutazioni scaturite durante la fase di pianificazione del processo di revisione.

Una volta identificato il campione si passa alla vera e propria circolarizzazione dello stesso, attraverso l’invio di una serie di lettere nelle quali viene richiesta la conferma del saldo quale risultante dall’impianto contabile della società. Si noti come la richiesta viene redatta su carta intestata della Società revisionata, ma la spedizione della stessa viene curata direttamente dal Revisore e la ricezione delle risposte deve essere indirizzata a quest’ultimo: queste due semplici accortezze sono finalizzate ad evitare che il dato, tanto in uscita quanto in entrata, possa essere oggetto di manipolazione.

Il limite delle procedure di circolarizzazione risiede, paradossalmente, nel fatto che la loro efficacia è funzione di un comportamento altrui, ovvero dal grado di solerzia con il quale i destinatari delle lettere diano effettivo riscontro alle stesse. Talvolta si rende necessario più di un invio/sollecito e talvolta il riscontro non arriva per nulla, da cui la necessità di adottare procedure alternative tese a validare, o meno, il saldo contabile. Un esempio classico di procedura alternativa è rappresentato dal ricercare, nell’esercizio successivo, la rimessa finanziaria a saldo della singola posizione creditoria o lo storno della stessa attraverso l’emissione di note di accredito. In quest’ultimo caso sarà fondamentale capire le ragioni che hanno portato ad uno storno della partita, il tutto al fine di far emergere eventuali comportamenti non ortodossi.

Qualora pervengano le risposte alla circolarizzazione, il Revisore dovrà organizzare i dati in modo sistematico (ad esempio attraverso opportune tabelle) al fine di mettere a confronto il saldo contabile con quello riscontrato dal cliente ed in caso di difformità dovrà indagare i motivi dello scostamento attraverso una procedura di riconciliazione fra la contabilità sociale e quella della controparte.
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