L’imprenditore, che abbia fatto ricorso anche ai suoi beni personali per far fronte alla gravissima crisi economica e finanziaria che ha colpito l’azienda, può concretamente sperare di essere assolto dal reato di evasione contributiva.
È quanto emerge da una recente pronunzia della Corte di Cassazione che conferma l’orientamento secondo cui si configura la scriminante di cui all’art. 45 c.p. quando l’imputato dimostra di avere posto in essere tutte le possibili azioni, anche sfavorevoli per il suo patrimonio personale, atte a consentirgli di recuperare la necessaria liquidità per fare fronte all’obbligazione tributaria, senza esservi riuscito per cause indipendenti dalla sua volontà e a lui non imputabili.
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Crisi di liquidità. Assoluzione per imprenditore (189 kB)
Crisi di liquidità. Assoluzione per imprenditore - Giustizia e Sentenze n. 48 - 2018
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