In tema di accertamento tributario con metodo induttivo, il foglio di calcolo ritrovato nell’abitazione dell’amministratore è sufficiente per la contestazione di maggiori ricavi alla società. È quanto emerge da una recentissima ordinanza della Corte di Cassazione che ribadisce il principio di diritto secondo cui la "contabilità in nero", costituita da appunti personali e informazioni dell’imprenditore, anche se rinvenuta presso terzi, rappresenta un valido elemento indiziario, dotato dei requisiti di gravità, precisione e concordanza prescritti dall'articolo 39 del D.P.R. n. 600 del 1973 e legittima di per sé, a prescindere da ogni altro elemento, il ricorso all'accertamento induttivo, incombendo al contribuente l'onere di fornire la prova contraria, al fine di contestare l'atto impositivo notificatogli.
Per sbloccare i contenuti,
Abbonati ora o acquistali singolarmente.
-
La contabilità “in nero” è prova (140 kB)
La contabilità “in nero” è prova - Giustizia e sentenze n. 45 - 2017
€ 5,00
(prezzi IVA esclusa)
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata