La richiesta di misure cautelari, ex art. 22 D.Lgs. n. 472/1997, deve essere respinta se l’Agenzia delle Entrate non dimostra la sussistenza del fondato pericolo per la riscossione. L’ente impositore non può affidare la motivazione della richiesta alle sole risultanze del PVC redatto dalla Guardia di Finanza a seguito di verifica fiscale, ma deve necessariamente fare riferimento a situazioni concrete, sintomatiche di un comportamento intenzionale del debitore volto a sottrarre beni alla garanzia creditoria. È quanto emerge dalla sentenza n. 1409/01/14 della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce.
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