5 marzo 2013

Accertamenti. Legittimazione accessi

Fiscal Approfondimento N. 9-2013

Con la recente sentenza n. 4140 dello scorso 20 febbraio i giudici della Suprema Corte di Cassazione si sono pronunciati in ordine ai presupposti in base ai quali è consentito ai funzionari dell’Amministrazione finanziaria l’accesso ai fini tributari presso locali destinati promiscuamente sia a sede di svolgimento dell’attività d’impresa, sia a luogo di abitazione privata e alle conseguenze che discendono, sul piano della validità dell’atto di accertamento, dal mancato rispetto da parte dei verificatori delle procedure delineate dal legislatore tributario.
Per una piena comprensione dei termini della questione è, a mio avviso, necessario partire dalla definizione generale di “accesso” fornita dalla prassi amministrativa per poi analizzare le diverse casistiche previste, in funzione della destinazione dei locali, negli artt. 52 del D.P.R. n. 633/1972 e 33 del D.P.R. n. 600/1973, rispettivamente in tema di Iva e di accertamento delle imposte sui redditi. Attraverso l’analisi della giurisprudenza di legittimità, proverò infine a definire le violazioni istruttorie commesse dai verificatori che, riverberandosi sull’atto conclusivo del procedimento tributario, ne determinano la nullità.
In conclusione proporrò come di consueto alcune personali considerazioni.
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