Com’è noto, uno dei temi maggiormente discussi in dottrina è quello concernente il valore delle presunzioni legali, previste in materia di accertamento delle imposte sui redditi e dell’Iva, nell’ambito delle indagini finanziarie eseguite nei confronti dei professionisti.
Sotto il profilo impositivo diretto, la portata presuntiva della norma di riferimento (art. 32, comma 1, n. 2, secondo periodo del DPR n. 600/1973), che presenta una formulazione invariata da oltre un decennio1, è stata sensibilmente ridotta per effetto dell’intervento della Corte Costituzionale che, con la sentenza 24 settembre - 6 ottobre 2014, n. 2282, ha eliminato il riferimento alla presunzione legata ai prelevamenti bancari dei professionisti, differenziando così il valore giuridico delle presunzioni su tale tipologia di operazioni, rispetto alla categoria del reddito d’impresa.
La citata sentenza della Consulta viene peraltro richiamata nelle motivazioni di due recenti arresti giurisprudenziali di legittimità, entrambi della Sezione Tributaria della Cassazione (sentenze nn.rr. 16440 del 5/8/2016 e 16697 del 9/8/2016), ove la Suprema Corte risulta coniare due principi in palese contrasto tra loro.
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Cassazione. Contrasto interno per le presunzioni finanziarie (171 kB)
Cassazione. Contrasto interno per le presunzioni finanziarie - Fiscal Approfondimento n. 34 - 2016
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