Comunione ereditaria. Profili civilistici e tributari

La comunione ereditaria si viene a formare, in forza di successione ex legge e/o testamentaria, tutte le volte in cui non sia possibile individuare immediatamente la concreta porzione di patrimonio ereditario spettante ai coeredi, bensì solo una quota astratta dello stesso e ciò vale – per quello che ci interessa – per la ditta individuale o per le società facenti capo al de cuius. Si ritiene, difatti, che la quota ereditaria indichi la frazione ideale di tutto il patrimonio ereditario spettante al coerede, rappresentando quindi la misura cui lo stesso concorre ai vantaggi ed ai gravami della comunione. Quando si apre una successione alla quale partecipano più eredi, si avrà sempre comunione ereditaria e lo strumento atto a consentire la trasformazione della quota astratta del patrimonio ereditario in quota concreta è rappresentato dalla divisione. Essa potrà essere attuata attraverso la stipula di un contratto di divisione, oppure a seguito dell'esercizio di un'azione giudiziale. Si avrà la prima delle due ipotesi qualora tra tutti i coeredi vi sia accordo in ordine a come procedere all'assegnazione del patrimonio ereditario. Nel presente lavoro dopo aver passato in rassegna la divisione come effetto conclusivo della comunione ereditaria, ci si soffermerà sulle norme tributarie relative, in particolare, alle vicende legate all’azienda - appartenente al de cuius - che cade in successione, considerando gli adempimenti necessari per poter assegnare la stessa ad uno o più eredi.