La scelta del Legislatore della riforma tributaria degli anni ’70 è stata quella di attribuire ad imprese e lavoratori autonomi l’onere di autodeterminare il proprio reddito e quindi procedere all’autotassazione mediante versamento diretto dell’imposta dovuta, richiedendo ovviamente il rispetto delle regole dettate in materia. Pertanto, anche i professionisti, ossia coloro che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo, secondo la definizione recata dall’art. 2222 C.c.1, sono chiamati all’autodeterminazione del proprio reddito, secondo le regole sancite dall’art. 54 del Tuir.
In tal contesto, il procedimento dell’accertamento tributario si apre con la presentazione della dichiarazione da parte del professionista, si sviluppa con i vari adempimenti finalizzati all’autotassazione e, quale momento eventuale, può prevedere la fase ispettiva dell’Amministrazione Finanziaria, con funzione istruttoria e propedeutica rispetto all’emanazione dell’atto accertativo finale che ne può
derivare. Sovente, l’Amministrazione Finanziaria, nell’esecuzione della verifica nei confronti dei professionisti, utilizza uno strumento investigativo particolarmente intrusivo e penetrante: l’indagine finanziaria, ritenuta da sempre particolarmente efficace per la ricostruzione del reddito effettivamente prodotto da tale categoria di contribuenti.
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Verifiche. Controlli ai professionisti. 1^parte (139 kB)
Verifiche. Controlli ai professionisti. 1^parte - Fiscal Approfondimento N. 25-2015
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