Se un dipendente viene licenziato per aver abusato dei permessi retributivi previsti dalla legge 104/1992, il licenziamento è considerato legittimo. Questo principio è stato confermato con l’ordinanza n. 8342, sez. lavoro, del 30 marzo 2025. L’abuso dei permessi, utilizzati per scopi personali…
La Legge 104, ricordiamo cosa offre
La Legge 104/1992 è una norma italiana che offre alcune agevolazioni e diritti ai lavoratori che devono assistere un familiare con disabilità grave. In particolare, permette ai dipendenti di prendersi dei permessi retribuiti per assistere il familiare disabile, senza perdere lo stipendio. La legge stabilisce anche altre forme di supporto, come il congedo straordinario e il diritto a una protezione maggiore sul posto di lavoro per chi ha responsabilità di cura.
Quando il licenziamento è considerato legittimo
Nel caso di specie il dipendente è stato licenziato dall’azienda per violazione dei principi di correttezza e buona fede perché invece di utilizzare i permessi a lui concessi per assistere il familiare disabile ha lavorato all’agenzia assicurativa della moglie.
In questo caso tutti gli elementi esaminati, sopraggiunti a seguito di un’analisi svolta da un investigatore privato, hanno indotto a ritenere che il lavoratore aveva effettivamente abusato dei permessi riconosciutigli ex L. 104/1992 per svolgere ulteriore attività lavorativa, facendo nel concreto una violazione della normativa che disciplina la fruizione dei benefici assistenziali.
La Corte d’appello ha confermato il licenziamento. Il lavoratore, infatti, non ha fornito prove sufficienti per dimostrare che le sue azioni fossero effettivamente rivolte ad assistere il familiare disabile.
Il dipendente avrebbe dovuto dimostrare che stava utilizzando i permessi per assistere il familiare disabile e che queste attività fossero davvero nell’interesse della persona da accudire.
In sostanza, il licenziamento è stato ritenuto giusto perché il lavoratore non ha rispettato le condizioni dei permessi retribuiti e ha abusato di essi.
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