Alla luce dell’immediata e alquanto repentina abrogazione dell’istituto dei “voucher” per mezzo del D.L. n. 20/2017 (si è ancora in attesa della definitiva conversione in legge), a decorrere dal 17 marzo 2017, permettendo di poterli utilizzare fino a fine anno soltanto per quelli già acquistati alla predetta data, il Governo ha creato un vuoto normativo per tutte quelle esigenze (genuine) di prestazioni di lavoro residuali ed estemporanee. Quindi, a fronte dell’esigenza di eliminare gli abusi sempre più crescenti dei voucher, il Legislatore ha di fatto eliminato in tronco il lavoro accessorio e occasionale dall’ordinamento, senza fornire una valida alternativa per regolarizzare quelle prestazioni saltuarie che continuano ad esistere, contribuendo così al rischio di alimentare il lavoro nero.
In attesa di un intervento normativo ad hoc, analizziamo nel dettaglio il contratto di lavoro intermittente (c.d. “a chiamata” o “job on call” nella sua versione anglosassone) che si pone attualmente come sostituto naturale dei buoni lavoro.
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Analisi del contratto di lavoro intermittente dopo l'eliminazione dei voucher (201 kB)
Analisi del contratto di lavoro intermittente dopo l'eliminazione dei voucher - Focus Lavoro n. 14 - 2017
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