19 luglio 2016

Apprendisti: giù le assunzioni in Italia

Autore: DANIELE BONADDIO
L’istituto del contratto di apprendistato, che dovrebbe essere il volano per la crescita e l’occupazione in Italia, ha subito un forte rallentamento. “Le assunzioni in apprendistato hanno dimostrato di essere abbastanza sensibili alle modifiche introdotte dal Decreto Legislativo 34 del 2014 convertito in legge”, ha commentato il Presidente dell’Isfol, Pier Antonio Varesi, durante la presentazione del 14 luglio del XV Rapporto di monitoraggio sull’apprendistato realizzato dall’Istituto, in collaborazione con l’INPS, su incarico del Ministero del Lavoro.

Ricordiamo come l’apprendistato negli ultimi anni è stato più volte modificato; l’ultimo intervento in ordine cronologico è la Riforma del Jobs Act (artt. 41-47 del D.Lgs. n. 81/2015), che contiene la nuova disciplina sull'”apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore” e quello di “alta formazione e ricerca” i quali integrano organicamente, in un sistema duale, formazione e lavoro, con riferimento ai titoli di istruzione e formazione e alle qualificazioni professionali contenuti nel Repertorio nazionale di cui all'articolo 8 del Decreto Legislativo 16 gennaio 2013, n. 13, nell'ambito del Quadro Europeo delle qualificazioni.

Rapporto Isfol - Il Rapporto è articolato in due sezioni: la prima ricostruisce il quadro dell’andamento dell’occupazione mentre la seconda è dedicata alla formazione per l’apprendistato. Completa il testo una serie di allegati che arricchiscono ulteriormente il patrimonio di dati statistici e dettagliano l’evoluzione normativa a livello territoriale e della contrattazione collettiva nazionale.

Dal monitoraggio si evidenzia come l'Italia rischia di non essere più un Paese per apprendisti. Il continuo susseguirsi di modifiche e l'introduzione, a gennaio 2015, dell'esonero contributivo pieno sui rapporti a tempo indeterminato stanno determinando il calo dei rapporti di lavoro con questa tipologia contrattuale. La platea dei giovani assunti in apprendistato continua, infatti, a ridursi: nel 2015 la variazione dello stock medio di apprendisti è pari al -8,1% rispetto all'anno precedente.

Dal rapporto emerge poi che tra le varie forme contrattuali previste, l’apprendistato di tipo professionalizzante continua ad essere quello maggiormente sfruttato (91% nel 2013), mentre rimane modesta la diffusione dell’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e dell’apprendistato di alta formazione e ricerca (9%). Di fatto sembrerebbe di avere a che fare con un unico contratto, mentre gli altri fanno fatica a decollare.

La necessità di ripensare profondamente l’apprendistato collegato al conseguimento dei titoli di studio è stata sottolineata anche dall’On. Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il quale ha anche indicato la strada che il Governo intende percorrere in questo senso: adottare misure rivolte in modo prioritario alle imprese per la riduzione del costo del lavoro. “Questo contratto costerà di meno" aggiungendo che sono stati ridotti gli ostacoli, come il vincolo all’assunzione, e sono stati previsti degli incentivi.
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