21 luglio 2016

Assunzioni in calo: effetto Jobs Act?

INPS, Comunicato stampa del 19 luglio 2016

Autore: REDAZIONE FISCAL FOCUS
Scendono le assunzioni stabili ma aumentano i voucher. È possibile sintetizzare in questo modo i nuovi dati di maggio 2015 forniti dall’Osservatorio sul precariato dell’INPS. Infatti, nei primi cinque mesi del 2016, in relazione ai datori di lavoro privati, è stato registrato un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a + 436.000, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2015 (+ 538.000) e superiore a quello registrato nei primi cinque mesi del 2014 (+ 385.000).

Sempre nello stesso periodo sono stati venduti 56,7 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto ai primi cinque mesi del 2015, pari al + 43%.

A renderlo noto è un Comunicato stampa INPS pubblicato il 19 luglio scorso.

Saldo annualizzato e dinamica dei flussi – Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) a maggio 2016 risulta positivo (+ 514.000) anche se inferiore rispetto al valore massimo registrato a dicembre (+ 616.000). Per i contratti a tempo indeterminato, il saldo annualizzato a maggio 2016 è pari a + 621.000.

Quanto al numero complessivo delle assunzioni effettuate sempre nel periodo “gennaio-maggio 2016”, si è registrata una riduzione di 263.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (- 11,2%), attestandosi a 2.076.000.

Analizzando più specificatamente tali numeri, è possibile osservare come questo rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: – 280.000, pari a – 34,0% sui primi cinque mesi del 2015.

L’INPS giustifica il trend decrescente per via del forte incremento della assunzioni a tempo indeterminato avutosi lo scorso anno, quando ancora l’esonero contributivo (quello della Legge 190/2014) era pari al 100%, durava 3 anni ed era pari a 8.060 euro annuali.
Analoghe considerazioni possono essere sviluppate in relazione alla contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-37,0%).

Per quanto concerne invece i contratti a tempo determinato, nei primi cinque mesi del 2016, si registrano 1.441.000 assunzioni, in linea con gli anni precedenti (+ 0,6% sul 2015, e + 1,2% sul 2014).

Mentre le assunzioni con contratto di apprendistato sono state 90.000, con un incremento del 10,4% sul 2015. Le cessazioni complessivamente risultano diminuite dell’8,9%.

Retribuzioni mensili - Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute nei primi cinque mesi del 2016 una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro rispetto a quanto osservato per il corrispondente periodo 2015. Detta riduzione, ancorché in misura meno significativa, riguarda anche i contratti a termine.

Osservazioni – è possibile ricordare come con la Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015) è stata introdotta una nuova forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La misura dell’agevolazione, ridimensionata notevolmente rispetto a quella dello scorso anno, prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi INAIL) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio dalla data di assunzione.

L’intervento legislativo ha inciso enormemente al calo delle assunzioni appena elencati; basti pensare che nei primi cinque mesi del 2016 le assunzioni con esonero contributivo biennale sono state pari a 159.000, le trasformazioni di rapporti a termine che beneficiano del medesimo incentivo ammontano a 43.000, per un totale di 202.000 rapporti di lavoro agevolati. Si tratta del 30,0% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato, una percentuale pari alla metà di quella registrata con l’esonero contributivo triennale nel corso del 2015 (60,8%).

Se questi sono i numeri, e questa la risposta delle aziende, cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi anni? E quando anche quest’ultima agevolazioni volgerà a termine, cosa s’inventerà questa volta il Governo? Cancellando di punto in bianco la Legge 407, che per anni e anni è stato un dogma assoluto per i datori di lavoro, un norma a cui le aziende potevano fare sempre riferimento (a determinate condizioni), specie quelle del Mezzogiorno, si è creata una situazione di costante precariato. A ciò si aggiunge ora anche il fenomeno assai noto dei voucher, che in pratica sostituiscono in alcune circostanze veri e propri rapporti di lavoro, anche se su questo aspetto il Governo si sta muovendo nella direzione di limitarne l’abuso e utilizzo irregolare.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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