13 febbraio 2013

Domestici. Scompare il ticket sui licenziamenti

Le famiglie e anziani sono esonerati dal pagamento del ticket in caso di licenziamento di una colf o badante

Autore: Redazione Fiscal Focus
Premessa – Sospiro di sollievo per le famiglie. Queste ultime, infatti, non devono versare la nuova tassa introdotta dalla Riforma Fornero (L. n. 92/2012) in caso di licenziamento della colf o badante, in quanto si applica solamente alle imprese. Finalmente una notizia buona che esonera famiglie e anziani dal ticket che avrebbe potuto arrivare addirittura fino a 1.418 euro per i licenziamenti di collaboratori con servizio di tre anni o più. L’ufficialità arriva per mezzo della circolare n. 25/2013 dell’INPS, dettando al contempo gli importi dei contributi dovuti per il 2013 per i lavoratori domestici.

Assindatcolf – Il problema era stato sollevato dall’Associazione Assindacatcolf, secondo cui “dal 1° gennaio 2013 il datore di lavoro domestico è sottoposto a finanziamento della nuova indennità di disoccupazione ASpI e mini-ASpI, in tutti i casi di interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, indipendenti dalla volontà del lavoratore”. A questo punto la norma avrebbe rappresentato un onere economico eccessivo per il datore di lavoro; pertanto, l’Assindacatcolf aveva chiesto “l’eliminazione del contributo di licenziamento, o quanto meno la sua revisione”. Il Ministero del Lavoro, però, dopo aver consultato i propri tecnici ha chiarito che non c’è bisogno di alcuna eliminazione né revisione, perché il contributo non interessa il lavoro domestico.

La Riforma del Lavoro – Il contributo di licenziamento, che esordisce nell’ultima riforma degli ammortizzatori sociali (art. 2, c. 31, della L. n. 92/2012), è a carico del datore di lavoro che licenzia un lavoratore assunto a tempo indeterminato. Esso è applicabile ai licenziamenti intervenuti dal 1° gennaio 2013 per le causali che, indipendentemente dal requisito contributivo, darebbero diritto all'Aspi; quindi nei casi di licenziamento e risoluzione consensuale del rapporto e non, invece, nei casi di dimissioni volontarie.

Costo del ticket - Il contributo andrà direttamente nelle casse dell’INPS per finanziare il nuovo ammortizzatore sociale (ASpI) ed è “pari al 41% del massimale mensile di ASpI per ogni 12 mesi di anzianità negli ultimi tre anni”. Pertanto, siccome il massimale ASpI per quest’anno è pari a 1.152,90 euro, ne deriva che il ticket annuale, da pagare cioè per ogni dodici mesi di anzianità del lavoratore, per i licenziamenti avvenuti e che possano ancora avvenire tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2013, è pari a euro 472,69 (39,39 euro al mese). Se moltiplichiamo tale importo per tre, che sarebbe la massima anzianità , il ticket ammonta a 1.418 euro.

Soluzione apprezzata da tutti – La precisazione fornito dal Ministero del Lavoro trova approvazione non solo dalle famiglie e anziani, ma anche dagli stessi lavoratori. Infatti, eliminando il ticket di licenziamento le famiglie si sentono meno vincolate ad assumere personale domestico evitando ad alimentare il fenomeno del lavoro nero.
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