4 gennaio 2012

Pensioni: stop ai pagamenti in contanti

Dal 7 marzo vietati i contanti per pensioni sopra i mille euro

Autore: Redazione Fiscal Focus
Premessa – Come era previsto dalla Manovra Monti, arriva la stop dei pagamenti in contanti sopra i 1.000 euro, dunque scatta anche il divieto del pagamento in contanti delle pensioni di importo superiore a tale livello. In base ad una comunicazione dell’Inps (che è arrivata o arriverà a circa 450mila pensionati) dal prossimo 7 marzo, l'Inps non potrà più corrispondere il sussidio in banconote, quando esso supera quell'importo.

Disposizione di legge - La misura è prevista dalla manovra approvata a dicembre. La legge 214/2011, infatti, ha stabilito che le pubbliche amministrazioni devono utilizzare strumenti di pagamento elettronici, disponibili presso il sistema bancario o postale, per la corresponsione di stipendi, pensioni e compensi d’importo superiore a mille euro.

I tempi da rispettare - L'adeguamento alle nuove modalità di pagamento dovrà avvenire entro il 6 marzo 2012. L'Istituto quindi non potrà effettuare pagamenti in contanti di importo superiore a mille euro a partire dal 7 marzo 2012. I pensionati che stanno ricevendo la lettera dell'Istituto potranno comunicare entro il mese di febbraio 2012 le nuove modalità di riscossione, scegliendo tra l'accredito in conto corrente, su libretto postale o su carta ricaricabile. La richiesta di variazione della modalità di pagamento potrà essere inoltrata attraverso il sito istituzionale da parte dei soggetti in possesso di Pin, oppure direttamente a una Struttura Territoriale dell'Istituto. In alternativa, la richiesta potrà essere fatta presso gli uffici bancari o postali, secondo le consuete modalità.

Le alternative – Come visto precedentemente, le strade alternative vanno dall’accredito della pensione in conto corrente, al pagamento sul libretto postale oppure su carta ricaricabile. La scelta va fatta in base alle esigenze specifiche del singolo, valutando per esempio la vicinanza degli sportelli o i servizi proposti. Certo è che tutte e tre le soluzioni comportano esborsi da affrontare. Il conto corrente, nel nostro Paese, ha un costo medio di 110 euro l’anno (dato Bankitalia). Sul mercato ci sono però proposte su misura per i pensionati con tariffe più basse. Da poco poi sono entrate in circolazione le Carte conto, in pratica dei bancomat dotati di tutte le funzioni del conto (come l’accredito della pensione, appunto), ma con costi che sono molto bassi (1 euro al mese). E per agevolare i pensionati, Poste Italiane propone tre opzioni: il Conto BancoPosta Più, il Libretto postale ordinario nominativo e la InpsCard, tutte e tre hanno caratteristiche specifiche. In ogni caso, la pensione sarà accreditata il primo giorno lavorativo del mese di competenza e il pensionato potrà prelevare gratuitamente presso tutti i 14 mila uffici postali o presso gli sportelli postali automatici Postamat. Un’altra via poi è quella di far accreditare la pensione sul conto di un parente diretto, per esempio un figlio. I conti però devono essere cointestati. Basta, quindi, recarsi in banca e chiedere la doppia intestazione.

Le reazioni - Il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, ha spiegato che la campagna dell'Inps contro l'uso del contante è legata alla semplificazione dei pagamenti delle pensioni e soprattutto alla sicurezza. “L'uso del contante è rischioso per i pensionati stessi. Nel 2011 i furti negli uffici postali sono aumentati del 17% rispetto al 2010”. Mastrapasqua ha aggiunto: “Ricevere la pensione sul conto corrente o sul libretto postale è più comodo, ma anche più conveniente. Invece di ricevere la pensione nei giorni prescritti, si ha l'importo pensionistico accreditato dal primo giorno”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy