27 luglio 2016

Pubblico Impiego: presto la modifica del Testo Unico

Stop agli incentivi “a pioggia”, e basta “posto fisso”: il disegno di legge del Governo promuove delle ingenti modifiche al D.Lgs. 165/2001

Autore: REDAZIONE FISCAL FOCUS
Premessa - Sembrano essere definitivamente conclusi i tempi dei privilegi dei lavoratori alle dipendenze delle Pubbliche Amministrazioni: autorevoli fonti segnalano infatti la presenza nella aule parlamentari di un disegno di legge non disponibile “in anteprima” al grande pubblico, che possa portare definitivamente alla conclusione dei benefici per i pubblici dipendenti.
Siamo stati – nel corso del tempo – abituati a vedere il lavoro pubblico come una sicurezza, senza d’altro canto alcuna spendita di risorse, impegno e innovazione da parte dei lavoratori, ma spesso supportato da un generale lassismo e soprattutto da un generale dilagante assenteismo.

Il D.Lgs. 116/2016 - Già con l’introduzione del Decreto Legislativo 116/2016, ormai in vigore dal 13 luglio scorso, finisce la “pacchia” per quei lavoratori che fraudolentemente falsavano la loro presenza sul luogo di lavoro, per i quali la sanzione sarà innanzitutto quella dell’immediato allontanamento dal luogo di lavoro in attesa della conclusione del procedimento disciplinare, a seguito del quale, se viene accertata la condotta colposa del dipendente, si procederà appunto con licenziamento disciplinare.

Il Disegno di Legge allo studio - Ma le novità non sembrano concludersi qui, in quanto il Governo sta premendo per una prossima applicazione di innovazioni sul testo Unico del Pubblico Impiego, allo scopo di rendere meno impari le posizioni di lavoratori pubblici e lavoratori privati: sembrerebbe infatti che il Disegno di Legge allo studio, all’interno del numero corposo di pagine di cui è composto, porterà novità in tema di scatti di anzianità e “posto fisso”.

Niente più incentivi “a pioggia” - Con la prima delle due novità infatti si prevede infatti che le amministrazioni non procederanno più con aumenti retributivi derivanti dal tempo passato a “servire” (come, non è dato saperlo, almeno allo stato attuale) lo Stato, bensì sulla base della produttività e sui risultati che quel dipendente raggiunge, indipendentemente dall’unità di cui fa parte.
E sarà proprio il responsabile a valutare i lavoratori e fornire loro incentivi economici, che non saranno più legati all’anzianità; tale piano di modifiche in realtà pare seguire la linea già tracciata fin dal 2009 con la Legge Delega n. 15, e poi applicata con il D.Lgs. 150/2009 (cd. Legge Brunetta), che ha apportato delle sostanziali modifiche al TU del Pubblico Impiego, anche grazie al già presente “piano delle performance”, all’OIVP (Organismo di valutazione delle performance) e delle fasce di merito, all’interno delle quali rientrano tre tipologie di dipendenti (in fascia alta, media o bassa, a seconda della valutazione stessa).

Il “posto fisso” non esisterà più - La seconda novità e cioè quella riguardante il “posto fisso”, comporterà nei fatti che il lavoro pubblico non sarà più visto come una certezza incontrovertibile, in quanto le varie amministrazioni ogni anno dovranno comunicare al Ministero a cui fanno riferimento le eccedenze di personale, e il surplus di dipendenti dovrà spendere le proprie capacità e professionalità presso altri uffici, fino a 50Km dall’ufficio di provenienza, utilizzando l’istituto della mobilità obbligatoria.

E se tali dipendenti dovessero essere “inservibili” nelle stesse funzioni? Si potrà usare lo stesso meccanismo previsto dall’art. 2103 C.c. per il lavoro privato, e cioè lo “ius variandi” che permetterà ai lavoratori collocati in “disponibilità” di accettare inquadramenti anche inferiori.
Ebbene, qualora entro il periodo di messa in disponibilità non sia possibile ricollocare i lavoratori, a quel punto si procederà al licenziamento.

Più responsabilità dirigenziali - È corretto segnalare a tal proposito che il meccanismo è già previsto dalla disciplina: le novità introdotte riguardano il fatto : insomma, sembra che diventerà sempre più dura la vita dei dirigenti delle PA, che già adesso hanno delle responsabilità non indifferenti, basti pensare a quelle riguardanti la valutazione, i piani anticorruzione, la pubblicità e la trasparenza, giusto per elencarne alcuni.
Le altre novità - Altre novità allo studio sembrano essere quelle riguardanti il contenimento dei buoni pasto e l’obbligo di conoscenza della lingua inglese per l’accesso al pubblico impego. Rimane comunque fermo il fatto che la delega potrà essere esercitata entro febbraio prossimo, quindi si spera in una pronta risposta del Governo per eliminare o quantomeno contenere, le pratiche scorrette di chi vede il lavoro – pubblico o privato che sia – come qualcosa di dovuto e non da meritare ogni giorno.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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