Trasferta. Infedele registrazione sul LUL

Nel momento in cui il datore di lavoro e il lavoratore sottoscrivono il contratto, le Parti sono obbligate a indicare il luogo in cui il prestatore di lavoro deve svolgere la propria attività, ossia la “sede di lavoro”; quest’ultima, salvo variazioni successive, costituisce appunto l’ordinario luogo di lavoro. L’individuazione della sede di lavoro è, ovviamente, rimessa alla libera decisione delle parti contrattuali, anche in relazione a quanto previsto dai contratti collettivi, dai regolamenti aziendali o da accordi individuali.
Da qui deriva il concetto di “trasferta”, caratterizzato dalla permanenza di un legame funzionale del lavoratore dipendente con il suo "normale" luogo di lavoro in relazione al "diverso" e temporaneo luogo di svolgimento della sua attuale e contingente prestazione.
Dunque, i contratti di lavoro, collettivi o individuali, prevedono pertanto la corresponsione di un rimborso spese e/o di un’indennità aggiuntiva per il dipendente che è chiamato a svolgere la propria attività fuori dalla sede indicata nel contratto di lavoro.
Tralasciando l’aspetto fiscale di tali rimborsi, e concentrandoci maggiormente sugli adempimenti che il datore di lavoro deve porre in essere, in caso di trasferta è necessario innanzitutto registrare l’evento nel Libro Unico del Lavoro (LUL). Si tratta di un adempimento obbligatorio la cui inosservanza innesca un sistema sanzionatorio a scaglioni, recentemente novellato dall’art. 22, co. 5 del D.lgs. n. 151/2015.
Con il presente elaborato l’Autore intende fornire gli indirizzi operativi in ordine al regime sanzionatorio applicabile in caso di “disconoscimento” della prestazione lavorativa effettuata in regime di trasferta, con particolare riferimento all’applicazione della sanzione di infedele registrazione sul LUL, ai sensi dell’art. 39, co. 7 del D.L. n. 112/2008 (convertito dalla L. n. 133/2008).