15 luglio 2016

Vigilanza “interforze”: in campo contro il caporalato

Autore: DANIELE BONADDIO
Si intensificano gli sforzi per arginare il fenomeno del “caporalato” in agricoltura. Infatti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Difesa, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e l'Ispettorato Nazionale del Lavoro hanno siglato un protocollo d’intesa - sulla scia di quello concluso lo scorso 27 maggio - per assicurare una vigilanza "interforze" nel settore agricolo.

Firmatari dell'accordo, oltre al Ministero del Lavoro, il Ministero della Difesa, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, l'Ispettorato Nazionale del Lavoro, le Regioni, le Organizzazioni sindacali e datoriali del settore agricolo e le Organizzazioni di volontariato.

Il protocollo avrà carattere strettamente operativo, in quanto mira ad assicurare - attraverso l'impiego dei militari dell'Arma dei Carabinieri e del personale del Corpo Forestale dello Stato - un contrasto ancora più efficace alle gravi violazioni della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale, grazie a una forte e costante presenza sul territorio da parte di tutti i soggetti competenti a svolgere azioni di vigilanza nel settore agricolo.

Il protocollo prevede, fra l'altro, una programmazione di interventi congiunti finalizzati a contrastare il fenomeno del cosiddetto "caporalato" e lo scambio di reciproche informazioni utili all’adozione di iniziative di presidio del territorio, con particolare riferimento a quelli a maggior rischio d’infiltrazioni criminali.

Nella prima fase di attuazione del protocollo, le attività di vigilanza saranno svolte in via preliminare, ma non esclusiva, in alcune tra le province più a rischio: tra esse, Latina, Grosseto, Foggia, Taranto, Bari e Salerno. In seguito, le operazioni potranno essere estese a tutto il territorio nazionale.

È previsto inoltre un tavolo tecnico sull'agricoltura, competente all'attuazione, alla verifica e alla risoluzione delle eventuali criticità relative all’attuazione del protocollo, nonché a fornire indicazioni sulla pianificazione degli interventi ispettivi a livello interregionale e territoriale.

Sforzi doppi – Il protocollo firmato il 13 luglio scorso segue quello del 27 maggio fra Ministero del Lavoro, Ministero dell'Interno, Ministero delle Politiche Agricole, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Regioni, Organizzazioni Sindacali e Datoriali del settore agricolo e Organizzazioni di volontariato.

Lo scopo delle intese è quello di coordinare le varie funzioni assegnate ai diversi firmatari; inoltre, sarà prevista la costituzione di un Gruppo di lavoro che dovrà occuparsi di un’armonizzazione amministrativa e tecnica attraverso la creazione di un programma e di un calendario lavori. All’interno del Protocollo, ruolo di primo piano è stato assegnato al Ministero del Lavoro, deputato a facilitare il confronto fra le parti sociali e alla promozione della sensibilizzazione e dell’informazione sul fenomeno, anche attraverso campagne che incentivano la conoscenza dei doveri riguardanti la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Con riguardo al controllo sul territorio, sarà invece deputato il Ministero delle Politiche Agricole, che attraverso le risorse del Corpo Forestale dello Stato (con l’affiancamento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro) promuoverà una serie di iniziative e di controlli in grado di rendere più efficaci le verifiche sul territorio.

Molte sono le attività previste dal Protocollo, tra le quali rivestono un ruolo di spicco sicuramente tutte le attività volte non solo alla vigilanza sul fenomeno, ma anche a prevenire i fattori di rischio per i lavoratori, i quali si trovano in condizioni precarie che in molti casi mettono a repentaglio anche le loro vite. A tal proposito sarà infatti prevista l’istituzione di presidi medico-sanitari mobili allo scopo di velocizzare il primo soccorso, la promozione di bandi che permettano l’ospitalità nei confronti dei lavoratori stagionali in condizioni dignitose e salubri, creazione centri di servizio e di assistenza socio-sanitari derivanti dall’utilizzo di beni immobili disponibili o confiscati alla criminalità organizzata. Ma ancora, tutte le attività connesse con la mediazione culturale, con la creazione di un circuito efficace di domanda/offerta presso i Cpi, così come di sportelli informativi e distribuzione di viveri e acqua ai lavoratori stagionali saranno tra le attività che gli enti elencati si impegnano a portare avanti.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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