Nella Gazzetta Ufficiale del 6 marzo 2024 è stata pubblicata la direttiva UE 825/2024 che stabilisce le nuove pratiche che possono essere considerate illegali riguardo politiche commerciali di prodotti ambientali.
Dal prossimo 27 settembre una pratica illecita (stabilita dal provvedimento) adottata da imprese e/o professionisti, sarà considerata attività di greenwashing, con conseguente inserimento nella black list.
In particolare, nel nuovo provvedimento è stabilito: “è pertanto opportuno introdurre nella normativa dell’Unione in materia di tutela dei consumatori norme specifiche volte a contrastare le pratiche commerciali sleali che ingannano i consumatori e impediscono loro di compiere scelte di consumo sostenibili, quali le pratiche associate all’obsolescenza precoce dei beni, le asserzioni ambientali ingannevoli (“greenwashing”), le informazioni ingannevoli sulle caratteristiche sociali dei prodotti o delle imprese degli operatori economici o i marchi di sostenibilità non trasparenti e non credibili”.
Tali norme consentiranno agli organi nazionali competenti di far fronte efficacemente a tali pratiche. La garanzia che le asserzioni ambientali sono eque, comprensibili e affidabili consentirà agli operatori economici di operare su un piano di parità e permetterà ai consumatori di scegliere prodotti che siano effettivamente migliori per l’ambiente rispetto a prodotti concorrenti. In questo modo, sarà incoraggiata la concorrenza conducendo a prodotti più ecosostenibili, con conseguente riduzione dell’impatto negativo sull’ambiente.
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