Poche settimane dal termine ultimo – fissato al 31 dicembre – per rendicontare alla Commissione UE, la spesa dei fondi strutturali europei del periodo di programmazione 2014 – 2020, la regola N+3 concede, infatti, tre anni di tempo per la rendicontazione. Le risorse già utilizzate, rendicontate e rimborsate da Bruxelles sono 30,7 miliardi di euro; di cui 35,6 miliardi finanziati dalla politica di coesione attraverso il Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e il Fse (Fondo sociale europeo).
Le maggiori preoccupazioni sono legate ai dati inerenti i programmi gestiti dai ministeri, in particolare per la parte finanziata con React – UE, uno degli interventi introdotti per sostenere la crisi causata dal Covid – 19. Per l’Italia, si traduce in un’integrazione di 14,2 miliardi di euro, destinati ai programmi dei ministeri. Tuttavia, la percentuale di spesa realizzata e rimborsata si ferma al 47,9%. Ad oggi, il Pon Infrastrutture e reti di cui è responsabile il MIT, ha ottenuto rimborsi solo per 61,7 milioni su una dote React di circa 667 milioni ossia il 9,26%. Risultati poco incoraggianti anche sul Pon Metro – React gestito dall’Agenzia per la Coesione (pagamenti al 37,2%) nonché sul programma Inclusione sociale fermo al 17%. In tal caso, i fondi sono indirizzati alla decontribuzione nelle regioni del Mezzogiorno, obiettivi al quanto veloci da realizzare.
Se si considerano i dati della Dg Regio della Commissione europea di tutti i programmi italiani, regionali e nazionali al netto delle risorse React, è ancora più evidente la distanza tra le regioni e i ministeri nella gestione delle risorse per la coesione.
Lazio, Toscana ed Emilia – Romagna sono tra le regioni che hanno superato il 95% dei pagamenti. Tra le regioni del Mezzogiorno, alle quali sono stati destinati finanziamenti più rilevanti, spicca la Puglia nella capacità di gestione di tali risorse (96,3%), la Campania invece è all’81,6%. Di contro, tre regioni sono sotto la soglia dell’80%: Basilicata (77%), Calabria (76,7%) e Sicilia (72,2%). Proprio Sicilia e Basilicata, preoccupano i tecnici UE, soprattutto per quanto concerne la quota Fesr. Tuttavia, per la Sicilia, è stata riprogrammata la distribuzione delle risorse, la spesa è stata indirizzata sugli aiuti a imprese e famiglia per fronteggiare il caro – energia, per cui non dovrebbe verificarsi la perdita delle risorse europee per il 2014 – 2020.
Per quanto concerne i programmi nazionali, considerando le risorse React, raggiungono la soglia del 100% solo “Imprese e competitività” e “Iniziativa Pmi”, gestiti dal Mimit. Il Pon scuola si ferma 95,6%, di contro tutti gli altri sono sotto la quota dell’80%: Inclusione sociale e scuola (tra il 71% e il 72%), il Pon Governance, Legalità, Politiche attive per il lavoro, Infrastrutture e reti e Città metropolitane. Gli ultimi due sono quelli che destano maggiore preoccupazione.