Le mamme lavoratrici dipendenti, sia nel settore pubblico che nel settore privato, con contratto a tempo indeterminato che hanno due o più figli, possono usufruire del bonus: una decontribuzione al 100% fino al massimo di 3.000 euro in un anno.
Cos’è il bonus mamme lavoratrici – Il bonus è un’agevolazione volta a favorire le donne che lavorano e hanno almeno due figli. La Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/23) ha introdotto le nuove regole per il Bonus Mamme Lavoratrici, si tratta di un esonero totale del versamento dei contributi sociali, non superiore a 3000 euro lordi. Nel triennio tra il 2024 e il 2026 le destinatarie saranno solo le mamme con tre o più figli di cui almeno uno minorenne, mentre ancora per il 2024 potranno usufruire del bonus anche le madri con due o più figli, con almeno uno di età inferiore a 10 anni. La decontribuzione si tradurrà in un aumento in busta paga che potrà arrivare fino a 1.777 euro.
Non è necessaria nessuna richiesta – L’esonero è regolamentato per il triennio che va dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026. L’INPS in una nota specifica infatti: “dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile. L’esonero è riconosciuto, in via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 anche alle lavoratrici madri di due figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo”.
Non è necessario fare alcuna richiesta per ottenere il bonus, questo sarà riconosciuto e attivato automaticamente dal datore di lavoro.
Il bonus mamme lavoratrici è compatibile con il taglio del cuneo fiscale a carico del lavoratore con retribuzione fino a 35.000 euro. In tal caso, per esempio, una madre lavoratrice potrà ottenere un beneficio complessivo di 1.777 euro per i minori contributi versati, di cui 1.159 euro derivanti dal taglio del cuneo generalizzato e 618 dalla decontribuzione specifica relativa al bonus.
Su 9,9 milioni di donne occupate, si stima che saranno coinvolte dallo sgravio solo circa 800 mila lavoratrici con contratto a tempo indeterminato. Questo, alla luce dei requisiti che richiedono due o più figli entro una certa fascia d’età.
Critiche – Se il bonus mamme lavoratrici ha come fine quello di favorire la maternità, non essendo però rivolto indistintamente a tutte le madri che lavorano, ha suscitato diverse critiche, soprattutto rispetto a due rilevanti esclusioni: la prima per le lavoratrici domestiche, la seconda per le lavoratrici con contratti a termine. Queste ultime, infatti, sono circa un milione e mezzo e l’esclusione da questo bonus si somma alle altre condizioni di precarietà. La percentuale delle mamme coinvolte dal bonus, in definitiva, sarà solo poco meno del 10% delle madri occupate.
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