Coldiretti analizzando i dati Bankitalia e Isnart, stima l’arrivo di 14,9 milioni di turisti stranieri in Italia, tra luglio e agosto, il 32% in più rispetto al 2020, dovuto anche all’entrata in vigore del green pass Ue. Un chiaro segno, dunque, del buon andamento della campagna vaccinale, a livello internazionale, e del miglioramento della situazione epidemiologica italiana. Rispetto al 2019, però, ultimo anno pre-pandemia, si registrano 8 milioni di turisti in meno.
Coldiretti rende noto che le città d’arte, il mare e le campagne italiane sono le mete preferite dai turisti stranieri, i quali, tra l’altro, destinano una quota elevata della spesa della vacanza all’alimentazione, alla quale prestano particolare attenzione. Per quanto concerne l’arrivo di 1,2 milioni di vacanzieri inglesi, in mare, in montagna e nelle città d’arte, risulta essere in bilico, sia a causa della quarantena imposta per coloro che arrivano dal Regno Unito e sia per la diffusione della variante Delta.
Il ritorno del turismo in Italia rappresenta un fattore positivo, poiché la spesa di molti visitatori stranieri si concentra in alloggio, alimentazione, trasporti, divertimento, shopping e souvenir. Circa 1/3 del budget turistico è destinato a pizzerie e ristoranti, tra le attività maggiormente colpite dal Covid. A tal proposito, il turismo enogastronomico è uno dei punti di forzi dell’Italia, infatti può contare sul maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (314), 526 vini Dop/Igp e 5.266 prodotti alimentari tradizionali custoditi lungo tutta la Penisola da generazioni dagli agricoltori. Grazie al cibo l’Italia è in vetta alla classifica mondiale del turismo enogastronomico, la ricerca di prodotti tipici è diventata fondamentale nelle vacanze italiane. L’Italia, d’altra parte, può affidarsi sulla più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e Fattorie con Campagna Amica, dove è possibile trovare le eccellenze locali del territorio (www.campagnamica.it).
In conclusione, Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, ha sottolineato l’importanza di valorizzare il patrimonio dei prodotti tipici italiani anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri.
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